Prospettive su Dio – La Sua provvidenza

La premessa

Quando parliamo di provvidenza, ci riferiamo all’attributo di Dio probabilmente più determinante. Collegato certamente alla Sua sovranità e all’onnipotenza, tuttavia è molto diverso. L’uomo, Satana, il peccato, la malattia, il dolore, la morte, la terra, il mare, i pesci e ogni sorta di animali, le piante e ogni atomo in questo universo, pensiero o azione sono coinvolti dalla pervasività della provvidenza di Dio. Perciò quando pensiamo alla nostra fede e alla salvezza che abbiamo ricevuto, non possiamo farlo al di fuori di questa cornice di riferimento. Per dirla in breve, tutto ciò che abbiamo proviene dalla Sua mano!

Qualcuno potrà obiettare pensando che la Bibbia non parla di “dottrina della provvidenza” (nel senso stretto del termine). In realtà, come spero di dimostrare, questo attributo si estende a tutta la bibbia. Dalla creazione fino al suo ritorno essa è la cornice entro cui il Signore agisce. Ogni cosa che troviamo scritta nella Bibbia, ogni storia (anche la più banale o la più grande), è formata su quello che Paolo chiama il disegno benevolo di Dio (Efesini 1). Ecco perché prima crediamo fermamente a questa verità (con tutte le implicazioni che questo suscita) e prima la nostra vita sarà allineata ai suoi progetti per l’universo! Oggi saremo guidati nelle nostre riflessioni dal Salmo 105. Lettura.

 

1 Celebrate il SIGNORE, invocate il suo nome; fate conoscere i suoi prodigi tra i popoli. 2 Cantate e salmeggiate a lui, meditate su tutte le sue meraviglie. 3 Esultate per il suo santo nome; gioisca il cuore di quanti cercano il SIGNORE! 4 Cercate il SIGNORE e la sua forza, cercate sempre il suo volto! 5 Ricordatevi dei prodigi fatti da lui, dei suoi miracoli e dei giudizi della sua bocca, 6 voi, figli d’Abraamo, suo servo, discendenza di Giacobbe, suoi eletti!

7 Egli, il SIGNORE, è il nostro Dio; i suoi giudizi si estendono su tutta la terra. 8 Egli si ricorda per sempre del suo patto, della parola da lui data per mille generazioni, 9 del patto che fece con Abraamo, del giuramento che fece a Isacco, 10 che confermò a Giacobbe come uno statuto, a Israele come un patto eterno, 11 dicendo: «Ti darò il paese di Canaan come vostra eredità».

12 Non erano allora che poca gente, pochissimi e stranieri nel paese, 13 e andavano da una nazione all’altra, da un regno a un altro popolo. 14 Egli non permise che alcuno li opprimesse; per amor loro castigò dei re, 15 dicendo: «Non toccate i miei unti e non fate alcun male ai miei profeti». 16 Poi chiamò la carestia nel paese e fece mancare il pane che li sostentava. 17 Mandò davanti a loro un uomo, Giuseppe, che fu venduto come schiavo. 18 Gli legarono i piedi con ceppi; fu oppresso con catene di ferro. 19 Fino al tempo in cui si avverò quanto aveva predetto, la parola del SIGNORE lo affinò. 20 Il re lo fece slegare, il dominatore di popoli lo liberò; 21 lo stabilì signore della sua casa e governatore di tutti i suoi beni, 22 per istruire i prìncipi secondo il suo giudizio e insegnare ai suoi anziani la sapienza. 23 Allora Israele venne in Egitto, e Giacobbe soggiornò nel paese di Cam. 24 Dio moltiplicò grandemente il suo popolo, e lo rese più potente dei suoi avversari. 25 Poi mutò il cuore di questi; essi odiarono il suo popolo e tramarono inganni contro i suoi servi. 26 Egli mandò Mosè, suo servo, e Aaronne, che aveva scelto. 27 Essi operarono in mezzo a loro i miracoli da lui ordinati, fecero dei prodigi nella terra di Cam. 28 Mandò le tenebre e si fece buio, eppure non osservarono le sue parole. 29 Cambiò le acque in sangue e fece morire i loro pesci. 30 La terra brulicò di rane, fin nelle camere dei loro re. 31 Egli parlò, e vennero mosche velenose e zanzare in tutto il loro territorio. 32 Mandò loro grandine invece di pioggia, fiamme di fuoco sul loro paese. 33 Colpì le loro vigne e i loro fichi e spezzò gli alberi del loro territorio. 34 Egli parlò e vennero cavallette e bruchi innumerevoli, 35 che divorarono tutta l’erba del paese e mangiarono il frutto della loro terra. 36 Poi colpì tutti i primogeniti nel loro paese, le primizie del loro vigore. 37 E fece uscire gli Israeliti con argento e oro, e nessuno vacillò nelle sue tribù. 38 Gli Egiziani si rallegrarono della loro partenza, perché erano presi da terrore a causa loro. 39 Egli distese una nuvola per ripararli e accese un fuoco per illuminarli di notte. 40 A loro richiesta fece venire delle quaglie e li saziò con il pane del cielo. 41 Aprì la roccia e ne scaturirono acque: esse scorrevano come fiume nel deserto.

42 Egli si ricordò della sua santa parola e anche d’Abraamo, suo servo. 43 Fece uscire il suo popolo con letizia, e i suoi eletti con grida di gioia. 44 Diede loro le terre delle nazioni ed essi ereditarono il frutto della fatica dei popoli, 45 perché osservassero i suoi statuti e ubbidissero alle sue leggi. Alleluia.

 

La definizione

Il motivo per cui occorre parlare di provvidenza di Dio è perché in Italiano è un termine frainteso. Provvedere è un termine che deriva dal latino “vedere prima o da lontano” e ha in sé anche l’idea di “vedere” ma anche “fornire” o “procurare” (“Dio vede e provvede” si sente dire spesso). In realtà Lui non è che “provvede” perché “vede” un bisogno e quindi si trasforma in un “fornitore”. Ma “interviene” con un “proposito”. Compie azioni perché i suoi piani siano manifestati. C’è un disegno eterno molto più grande e profondo della nostra mente; ed è in funzione di quello che Egli agisce!

I v.8-11 ci aiutano a comprendere meglio questo aspetto. Lui si ricorda del suo patto e della parola data o del giuramento che fece a Isacco. Qui c’è un chiaro esempio di cosa significa. Lui ha fatto un patto (il Suo patto), dice il salmista. Lui ha svelato la Sua parola. E sempre Lui ha fatto un giuramento verso Isacco. Domanda: per cosa? Risposta: per impegnarsi a compiere il Suo proposito redentivo per le nazioni. Questa è la Sua provvidenza! C’è uno scopo dietro a ogni singola azione che fa o ogni parola che esce dalle sue labbra. Il suo amore pattizio né è un chiaro esempio: c’è un’intenzionalità che mira a sostenere e a governare la storia del mondo. Egli sicuramente provvede e fornisce ciò che è necessario o dà sostentamento, ma ancora di più Egli agisce con lo scopo di raggiungere il suo disegno eterno. Ogni singolo istante della storia è letteralmente piegato dalla provvidenza. Guardate gli esempi descritti nel Salmo:

14 Egli non permise che alcuno li opprimesse; per amor loro castigò dei re.

16 Poi chiamò la carestia nel paese e fece mancare il pane che li sostentava. 

17 Mandò Giuseppe, che fu venduto come schiavo. 

24 Dio moltiplicò grandemente il suo popolo, e lo rese più potente dei suoi avversari. 

25 Poi mutò il cuore di questi; 

26 Egli mandò Mosè, suo servo, e Aaronne, che aveva scelto. 

28 Mandò le tenebre 

 29 Cambiò le acque in sangue e fece morire i loro pesci. 

 32 Mandò loro grandine invece di pioggia, fiamme di fuoco sul loro paese. 

33 Colpì le loro vigne e i loro fichi e spezzò gli alberi del loro territorio. 

34 Egli parlò e vennero cavallette e bruchi innumerevoli, 

 36 Poi colpì tutti i primogeniti nel loro paese, 

37 E fece uscire gli Israeliti 

39 Egli distese una nuvola per ripararli e accese un fuoco per illuminarli di notte. 

40 fece venire delle quaglie e li saziò con il pane del cielo. 

41 Aprì la roccia e ne scaturirono acque.

 

Una sequenza lunghissima di azioni che il Signore ha compiuto per mostrare quanta cura dedica per assicurarsi che i suoi scopi raggiungano il suo obiettivo. Lui ha fatto in modo che gli eventi qui descritti accadessero proprio secondo il suo proponimento. 

Domanda: per quale motivo? Risposta: v.45, perché il suo popolo osservasse i suoi statuti e ubbidisse alle sue leggi. L’idea non è tanto quella di vivere in senso legalistico il rapporto con Lui, ma per “custodire gioiosamente” i suoi statuti. Questa è ciò che significa dall’ebraico la parola “shamar” (un termine che richiama l’idea dei guardiani che custodivano i tesori reali). Il Signore aveva fatto imprese incredibili e aveva liberato Israele con mano potente. Il suo amore aveva trionfato sul potere opprimente di Faraone. Ecco perché il salmista esorta a proteggere gioiosamente nel cuore le azioni del Signore (Deuteronomio 7:8-9,11-12). L’AT cita più di 400 volte questa parola. 65 volte è ripetuto in Deuteronomio proprio per rimarcare il fatto che l’unica condizione possibile per vivere e godere della vita provveduta dal Signore è custodire le sue parole. Infatti erano proprio i suoi statuti e le sue parole (e non quelli dei popoli Cananei) che dovevano essere serbati nel loro cuore! Era la Torah (intesa non solo come corpo di insegnamento ma come la parola di Dio stesso che conduce, guida, istruisce ed equipaggia i suoi figli) a dover essere interiorizzata. C’è un richiamo a sentirsi rapiti dalla testimonianza del suo amore! La sua provvidenza era il tesoro che dovevano proteggere come il tesoro più grande! 

Il salmista, quindi non ci sta solo invitando a prendere nota degli eventi. Non vuole che Dio sia visto come uno spettatore passivo o un osservatore limitato dalla volontà delle sue creature. Ovunque Egli volga lo sguardo, agisce, se ne occupa, ma ancora di più procede secondo delle intenzioni così talmente sante e giuste che noi non possiamo fare altro che rispondere come doveva fare Israele: ovvero custodire la testimonianza del suo amore nel nostro cuore!

 

Le conseguenze sul piano universale

Cerchiamo ora di considerare questa dottrina sul piano universale. E la cosa più importante che dovremmo chiederci è in che modo essa si rapporta alla responsabilità umana. Dio fa delle cose e al tempo stesso si aspetta una risposta dagli uomini. Questo Salmo lo evidenzia bene. Infatti da una parte abbiamo letto delle grandi opere che ha fatto. Abbiamo visto la sua iniziativa sovrana di stabilire un patto e impegnarsi in prima persona nei confronti dei patriarchi e poi abbiamo visto le opere che ha messo in atto per mandare ad effetto i suoi piani di redenzione. Questo è riportato soprattutto nei versi da 7 a 41. Ma alla fine, al v.45, è descritto il motivo di tutto ciò: perché osservassero i suoi statuti e ubbidissero alle sue leggi. Per quale ragione il Signore si muove con questo potere assoluto e al tempo stesso richiede ubbidienza ai suoi statuti?

Il Salmo ci aiuta a trovare un giusto equilibrio tra queste due verità. E ciò che dice è straordinariamente liberatorio, sopratutto riferito a tre questioni: la preghiera e la lode, l’evangelizzazione e il destino dell’universo.

La provvidenza di Dio ispira le suppliche dei suoi figli. Questo è particolarmente evidente al v.1. Celebrate il Signore, invocate il suo nome. Oppure, v.4, Cercate il SIGNORE e la sua forza, cercate sempre il suo volto! La parola al v.1 che traduce “invocare” ha in sé l’idea di gridare per avvicinare una persona. Celebrate YHWH, gridate per avvicinare Colui che si è fatto conoscere potentemente nella vostra vita! Il Salmista non si ferma al fatto che il Signore compie prodigi (v.2). Anzi la prima cosa che dice è proprio ricondurre il popolo all’invocazione. Guardate anche il v.4: per due volte ripete di cercare il Signore e il suo volto:

Cercate il SIGNORE e la sua forza, cercate sempre il suo volto!

Il Dio meraviglioso e potente che qui è descritto come Colui che piega la storia universale, è lo stesso Signore che desidera che il suo popolo lo cerchi. Quando il peso della vita e dei problemi si fanno pesanti sulle nostre spalle, ciascuno di noi può trovare la gioia di gridare aiuto al Signore della storia sapendo che Lui non sarà sordo o cieco alle nostre invocazioni! Dio è sovrano, ma è anche un Dio che vuole essere conosciuto come un compagno! E’ il nostro aiuto efficace. Le preghiere del salmista, così come le nostre, probabilmente non avrebbero cambiato il corso della storia che Lui aveva in mente. Tuttavia ci offrono la possibilità di allinearci con i suoi piani. Pregate cercando il suo volto, pregate cercando il Signore (ovvero YHWH il Dio del patto che ha liberato Israele e che un giorno si sarebbe incarnato nella persona di Gesù)!

Quando i primi cristiani furono perseguitati, ravvisarono nella provvidenza di Dio un motivo per pregare con maggior forza e dedicarsi con maggior entusiasmo all’annuncio del vangelo. Atti 4:23-30:

23 Rimessi quindi in libertà, vennero ai loro, e riferirono tutte le cose che i capi dei sacerdoti e gli anziani avevano dette. 24 Udito ciò, essi alzarono concordi la voce a Dio, e dissero: «Signore, tu sei colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi; 25 colui che mediante lo Spirito Santo ha detto per bocca del tuo servo Davide, nostro padre: “Perché questo tumulto fra le nazioni, e i popoli meditano cose vane? 26 I re della terra si sono sollevati, i prìncipi si sono riuniti insieme contro il Signore e contro il suo Cristo”. 27 Proprio in questa città, contro il tuo santo servitore Gesù, che tu hai unto, si sono radunati Erode e Ponzio Pilato, insieme con le nazioni e con tutto il popolo d’Israele, 28 per fare tutte le cose che la tua volontà e il tuo consiglio avevano prestabilito che avvenissero. 29 Adesso, Signore, considera le loro minacce, e concedi ai tuoi servi di annunciare la tua Parola in tutta franchezza, 30 stendendo la tua mano per guarire, perché si facciano segni e prodigi mediante il nome del tuo santo servitore Gesù».

Il Signore si aspetta di essere cercato. Di essere supplicato! Non per recitare un rosario ma per cercare il volto di un Dio grande ma anche personale, come appunto ci ricorda il salmista al v.7 Egli, il SIGNORE, è il nostro Dio! 

Qualcuno disse che il livello della nostra pace mentale è commisurato alla nostra vita di preghiera (Filippesi 4:6-7). Questo non perché la preghiera sia psicologicamente tranquillizzante ma perché ci rivolgiamo a un Dio che gioisce nell’esaudire le preghiere e che vuole essere visto in nostra prossimità (v.40 A loro richiesta fece venire delle quaglie e li saziò con il pane del cielo).

E se capita che non scelga di eliminare la sofferenza o di rimuovere totalmente il male è perché ha un disegno a cui ci chiama di accogliere per fede! Il risultato è la lode (v.3 Esultate per il suo santo nome; gioisca il cuore di quanti cercano il SIGNORE!).

 

La provvidenza di Dio ispira l’evangelizzazione. L’idea del salmo è chiara. Dio si è consacrato un popolo. Ha fatto delle promesse e stabilito un patto meraviglioso. Ma il lavoro non è finito. Là fuori ci sono altri figli da raccogliere. La cosa giusta da fare è impegnarsi nell’evangelizzazione, proprio perché ciò equivarrebbe a cooperare con Lui, v.1b: fate conoscere i suoi prodigi tra i popoli, ovvero Rendete manifesti ed evidenti i prodigi che ha fatto nel mondo! Ciò che ha fatto ispiri la vostra testimonianza!

 

La provvidenza di Dio ci aiuta a vedere un universo controllato. La storia della redenzione di Israele che questo Salmo cita è ricca di particolari. Ogni storia e ogni personaggio è guidata. La carestia (v.16), “l’invio” di Giuseppe e la sua schiavitù (v.17), l’invidia dell’Egitto (v.24) e il mutamento del cuore degli egiziani (v.25), ecc. ecc. sono tutti dettagli che ci fanno capire come ogni cosa nell’universo è controllata da Lui. Anche delle semplici acque o degli innocui pesci (v.29) erano sottoposti alla sua signoria, così come la vita di tutti i primogeniti di quella nazione (v.36) non ne erano esenti. E’ un potere così pervasivo che si riferisce potentemente, significativamente ed immediatamente ad ogni situazione nella vita di ogni cosa nel creato. E questo ci aiuta a vedere come tutto, compresa la sofferenza più atroce, trova la sua ragione in Lui. Noi non siamo chiamati a conoscere il futuro, ma a cercare il volto di Colui che controlla il futuro! Lui non conosce sorprese, imprevisti o problemi insormontabili! La stabilità che tanto cerchiamo in mezzo a tutti i nostri pazzi scenari di vita, si può dunque cercare e sopratutto si può trovare in Lui! La provvidenza di Dio ci aiuta a vedere l’universo controllato dalla sua mano.

Dunque Dio è certamente il sovrano sull’universo. Ma all’uomo è chiesto di conoscerlo. Di correre a Lui. Di volgersi e rivolgersi a Lui! Proprio perché nessuno gli può impedire di compiere ciò che ha in mente, l’unica cosa da fare è andare a Lui per fede e riconoscenza.

  

Le conseguenze sul piano personale

La provvidenza di Dio è rilevante in ogni momento della nostra vita. Sia che passiamo momenti di vita bellissimi o che attraversiamo periodi orribili, la provvidenza è il cardine che ci mantiene posizionati e centrati su di Lui. 

Spesso ci sentiamo fragili, come fossimo in bàlia delle circostanze. E’ normalissimo! Anche questo Salmo evidenzia momenti di sconforto e storie di vera sofferenza. C’è quella di Giuseppe (v.17-18 Egli fu venduto come schiavo. Gli legarono i piedi con ceppi; fu oppresso con catene di ferro) e quella di Israele, più avanti. Domanda: che significato aveva la provvidenza di Dio nella loro storia particolare e nella nostra oggi? Risposta: quella di mettere l’acciaio nella nostra spina dorsale fiacca. Renderci più ubbidienti (v.45) e rapiti dal desiderio di testimoniare di Lui. 

Forse stai pensando alla tua vita come a una storia inutile. Una vita priva di senso e costellata di errori e fallimenti. Può anche essere così. Ma trova conforto nel fatto che nessuno dei personaggi descritti è stato un perfetto cristiano! Ecco perché abbiamo bisogno di conoscere la realtà della Sua provvidenza. Essa splende come un’aurora in mezzo alle angosce di questa vita. E non a caso Gesù è chiamato la luce che sovrasta le tenebre. Quanto sono grandi le tenebre nella nostra vita? Quanto sono profonde e dense le nubi intorno a noi? Forse enormi, tuttavia non abbastanza da impedirGLi di giungere e salvare! Le epistole lo descrivono come Colui preparato fin dall’eternità per prendere i nostri peccati sulla croce con sé. Questa è provvidenza: non siamo stati noi a chiamarlo o a chiedergli di venire in nostro soccorso, tanto è vero che quando è venuto nel mondo nessuno non lo cercava. Lui è stato il salvatore promesso fin dall’eternità che in un momento preciso della storia è venuto unicamente in forza al suo disegno pieno di amore che aveva in mente fin dall’eternità! E l’ha compiuto! Ecco perché si chiama “vangelo di Dio” o “vangelo di Gesù Cristo”! E’ la Sua buona notizia! E’ il Suo intervento! E’ la Sua croce! E’ la Sua salvezza! E’ tutto riferito a Lui perché la gloria vada unicamente a Lui!

La Sua provvidenza è rilevante in ogni momento della nostra vita. A noi è rivolto l’appello di rispondere con fede! Di fortificarci in Lui (non a caso Paolo conclude così le sue lettere):

! Se c’è un messaggio che può rinnovare le nostre forze è solo e soltanto il messaggio che il Figlio di Dio è venuto in questo mondo per riscattarci e liberarci da poteri più grandi di noi! Se c’è un motivo per rinsaldare le nostre braccia stanche è perché Solo in Lui sono la potenza e la forza che noi non abbiamo! Se c’è un motivo per vegliare, stare fermi nella fede e comportarci virilmente è perché Lui solo è venuto a noi nella veste graziosa del Dio provveditore di ogni bene! Possa il Signore aiutarci a vedere nella sua provvidenza l’aiuto per continuare a camminare in questo mondo con una forza e un coraggio rinnovati.

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