In giorni così travagliati è importante considerare la cura del Signore nel provvedere al suo popolo dei componimenti così potenti da guarire ogni sorta di dolore emotivo.
I Salmi, infatti ci aiutano a equilibrare la rivelazione divina e l’emozione umana. Molti canti cristiani di oggi sono emotivamente emozionanti tuttavia non stanno in piedi nel loro significato teologico. Coinvolgono per lo più lo strato superficiale del cuore senza portare la mente dell’ascoltatore a riflettere più in profondità sulle implicazione delle verità della Parola. Nei Salmi, invece, non c’è tensione tra dossologia e teologia. Anzi l’oggettiva realtà di Dio si armonizza perfettamente con il vissuto soggettivo della persona, qualunque esso sia. La rivelazione di Dio è talmente concreta che finisce per interagire profondamente nella vita della persona, fin tanto che il suo cuore dell’autore non è portato a rispondere e celebrare il Signore.
In questo senso possiamo capire come sia sorprendente il fatto che nei Salmi troviamo descritte praticante l’intera gamma delle emozioni umane: dolore, gioia, dubbio, fiducia, solitudine, comunione, disperazione, speranza, paura, coraggio, sconfitta, vittoria, lamentela, lode. Non c’è da meravigliarsi se Giovanni Calvino abbia chiamato i Salmi “un’anatomia di tutte le parti dell’anima“? Egli spiega: “Non c’è un’emozione di cui si possa essere coscienti che non sia qui rappresentata come in uno specchio. O meglio, lo Spirito Santo ha qui richiamato alla vita tutte le pene, i dolori, le paure, i dubbi, le speranze, le preoccupazioni, le perplessità, in breve, tutte le emozioni che distraggono, con le quali le menti degli uomini sono solite agitarsi“. In netta contrapposizione con ciò che si è soliti sperimentare, i Salmi dipingono un ritratto realistico delle emozioni cristiane e offrono una terapia utile per mettere ordine e fare luce sui nostri disordini quotidiani. Sono componimenti che ci incoraggiano a non avere paura di dare sfogo alle nostre emozioni dolorose. E’ possibile infatti celebrare “la sicurezza dell’appartenere al Signore” pur essendo in preda a forti dubbi sulla vita intorno a noi. E’ possibile cantare “la gioia del soccorso che provvede il Signore” pur convivendo con crisi depressive. Alcuni di essi ci aiutano a verbalizzare il dubbio e persino la disperazione (Salmo 88), altri ci aiutano a descrivere le nostre lotte interiori con l’apparente cupa provvidenza di Dio (Salmo 73), altri ancora ci guidano nell’articolare le nostre battaglie con la depressione (Salmo 42 e 78).
I Salmi ci aiutano a liberarci delle nostre emozioni più dolorose aiutandoci a elaborarle nella prospettiva di Dio. Come ha detto qualcuno: “Che sollievo! Nei Salmi posso cantare ciò che ho veramente nel cuore e nella mente e Dio mi fornisce le parole per esprimere tutto ciò che mi agita. I Salmi entrano nel vivo della mia vita, trovano i problemi, li guariscono e infine mi accompagnano nella lode a Dio“.
Pregare con i Salmi e lodare il Signore attraverso questi componimenti ci inducono a una vera e propria trasformazione della nostra persona. E’ come se Dio li avesse progettati perché fungessero da strumento di soccorso. Infatti nessuno che li legga si sente abbandonato. Anzi si sente compreso e coinvolto in una moltitudine di persone che condividono le stesse angosce. Si sente parte di un popolo di ogni categoria sociale a cui il Signore ha rivolto tutta l’intensità del suo amore. Ed ecco perché in questa cornice di riferimento i Salmi sono per lo più uno strumento che stimola la sensibilità e la cura collettiva, spingendoci a simpatizzare con le sofferenze altrui piangendo con quelli che piangono e gioendo con quelli che gioiscono.
Non si può esagerare il valore terapeutico dei Salmi e ringraziato sia Dio che ci ha dato questa risorsa per non finire imprigionati nei nostri dolori interiori.