Prospettive su Dio – Dio è a sé

 

 

Pensiamo, ad esempio, di ritrovarci con un conoscente, un collega di lavoro o un vicino di casa e parlare di fede. Se lui o lei ci chiedessero “chi è Dio?” Cosa risponderemmo? Quali parole sceglieremmo lì per lì? Oppure se ci trovassimo in una conversazione con una coppia di amici afflitti da alcuni problemi, quali verità su Dio vorremmo mettere in luce per aiutarli? Come organizzeremmo le nostre idee? Oppure se ci trovassimo in una condizione di disagio personale, quali verità vorremmo che prendessero vita dentro di noi per ritrovare il coraggio di andare avanti? 

Nel Salmo 102, l’autore descrive la vita degli uomini parlando in prima persona e dice che i suoi giorni, v.3, svaniscono in fumo, e le mie ossa si consumano come un tizzone e v.11, i miei giorni sono come ombra che si allunga e io inaridisco come l’erba.

Queste parole sono vere per tutte le persone, noi compresi. La vita è un susseguirsi di circostanze difficili. Ecco perché avere un’idea chiara su Dio, la sua persona e la sua opera, sono uno strumento utilissimo sia per la nostra edificazione personale, sia per la nostra evangelizzazione, nonché per la nostra perseveranza.

Questa serie si intitola “Prospettive su Dio”. Il motivo è semplice: occorre indirizzare gli occhi verso ciò che più conta: verso Dio. E il materiale è stato organizzato come una piccolissima teologia sistematica (una volta di diceva “tascabile”), proprio perché nel tempo possa diventare uno strumento sempre accessibile, perché una maggiore conoscenza di Dio si traduca in scelte di fede coraggiose.

La serie partirà quindi rispondendo alla domanda “chi è Dio”. E lo faremo descrivendo alcuni dei suoi attributi: la sua aseità (che vedremo oggi), la sua sovranità, la sua immutabilità, la sua giustizia, la sua onnipotenza, la sua santità, la sua provvidenza, la forza della sua opera creatrice.

Dopo di ché analizzeremo l’uomo. La domanda a cui cercheremo di rispondere sarà: Cos’è l’uomo? In che modo la Parola definisce l’uomo? Ecco che non potremo fare altro che riflettere sul fatto che l’uomo è una creatura, fatta a immagine di Dio, purtroppo però decaduta e quindi colpevole e assolutamente bisognosa di aiuto.

In terzo luogo rifletteremo sulla dottrina di Cristo. Chi è Cristo? Perché è chiamato l’Eterno Figlio di Dio? E da lì ci concentreremo sul fatto che è Colui che rivela il Padre. E’ in Lui che si compie tutta la salvezza cristiana. Descriveremo l’imponenza della sua opera. La pervasività di ciò che ha fatto. E nel farlo, dovremo rilevare il fatto che tutto ciò non è stato fatto senza sacrificio. Ha avuto un costo elevatissimo. Ecco perché quando parleremo della sua umiliazione non potremo non farlo senza parlare del costo che tutto questo ha significato. Sarà una discesa verso un punto veramente cupo della dottrina cristiana e della storia umana.

Ma c’è una speranza! Dalla croce sarà possibile pensare a una svolta! Risaliremo quindi verso quella che Paolo descrive come la speranza del disegno benevolo di Dio (Efesini 1). E questa speranza non sarà qualcosa di marginale ma, come vedremo, attraverserà le epoche e si schianterà con forza verso tutto ciò che si oppone al suo amore riversato abbondantemente sui suoi figli. Ecco perché quando parleremo della speranza descriveremo l’elezione e la grazia particolare, la croce come simbolo di vittoria e di trionfo sul peccato e sopra ogni potere malefico. E questa sezione si chiuderà con la promessa più bella contenuta nella Bibbia: quella che Dio si prenderà cura del nostro futuro! (Apocalisse 21-22)! 

Tutto questo parlare, a cosa servirà, se non a motivarci a dare una risposta…a prendere posizione? Non solo saremo chiamati ad ascoltare bene ma anche a credere. Non solo saremo chiamati a confessare con le nostre labbra, ma anche a seguire il nostro Signore e salvatore. Non solo saremo chiamati a rinunciare a noi stessi, ma anche a prendere la nostra croce in questo pellegrinaggio chiamato vita.

Questo sarà il nostro percorso. Queste sono le prospettive su Dio. E se mai qualcosa di quello che diremo vi rimarrà nel cuore, prego che possa portare frutto non solo DENTRO di voi ma soprattutto ATTRAVERSO di voi! Che il Signore ci possa benedire e guidare! 

Salmi 102

1 Preghiera dell’afflitto quand’è abbattuto e sfoga il suo pianto davanti al SIGNORE. SIGNORE, ascolta la mia preghiera e giunga fino a te il mio grido! 2 Non nascondermi il tuo volto nel giorno della mia sventura; porgi il tuo orecchio verso di me; quando t’invoco, affrèttati a rispondermi. 3 Poiché i miei giorni svaniscono in fumo, e le mie ossa si consumano come un tizzone. 4 Il mio cuore, afflitto, inaridisce come l’erba, tanto che dimentico di mangiare il mio pane. 5 A forza di piangere la mia pelle si attacca alle ossa. 6 Sono simile al pellicano del deserto, sono come il gufo dei luoghi desolati. 7 Veglio e sono come il passero solitario sul tetto. 8 I miei nemici mi insultano ogni giorno; quelli che mi odiano usano il mio nome come bestemmia. 9 Mangio cenere invece di pane, mescolo con lacrime la mia bevanda, 10 a causa del tuo sdegno e della tua ira, perché mi hai sollevato e gettato lontano. 11 I miei giorni sono come ombra che si allunga, e io inaridisco come l’erba. 

12 Ma tu, SIGNORE, regni per sempre e il tuo ricordo dura per ogni generazione. 13 Tu sorgerai e avrai compassione di Sion, poiché è tempo d’averne pietà; il tempo fissato è giunto. 14 Perché i tuoi servi amano le sue pietre, e hanno pietà della sua polvere. 15 Allora le nazioni temeranno il nome del SIGNORE, e tutti i re della terra la tua gloria, 16 quando il SIGNORE ricostruirà Sion, e apparirà nella sua gloria. 17 Egli ascolterà la preghiera dei desolati e non disprezzerà la loro supplica. 18 Questo sarà scritto per la generazione futura e il popolo che sarà creato loderà il SIGNORE, 19 perch’egli guarda dall’alto del suo santuario; dal cielo il SIGNORE osserva la terra 20 per ascoltare i gemiti dei prigionieri, per liberare i condannati a morte, 21 affinché proclamino il nome del SIGNORE in Sion, la sua lode in Gerusalemme, 22 quando popoli e regni si raduneranno per servire il SIGNORE. 23 Egli ha stremato le mie forze durante il cammino; ha abbreviato i miei giorni. 24 Ho detto: «Dio mio, non portarmi via a metà dei miei giorni!» I tuoi anni durano per ogni generazione: 25 nel passato tu hai creato la terra e i cieli sono opera delle tue mani; 26 essi periranno, ma tu rimani; tutti quanti si consumeranno come un vestito; tu li cambierai come una veste e saranno cambiati. 27 Ma tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non avranno mai fine. 28 I figli dei tuoi servi avranno una dimora e la loro discendenza sarà stabile in tua presenza.

 

La premessa

Una delle cose che caratterizzano ciascuna persona è che esistiamo in un perenne stato di bisogno. Per venire al mondo abbiamo bisogno che un uomo e una donna si uniscano e un utero accolga la cellula uovo appena inseminata. Per venire al mondo abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti a uscire dal grembo che ci aveva fatto crescere per nove mesi circa. Per respirare e mangiare abbiamo bisogno di polmoni, stomaco, reni, cuore, intestino che collaborino insieme. Non parliamo solo di un ammasso di muscoli, carne e sangue, ma anche di un complesso meccanismo biologico che fa funzionare e sincronizza il nostro organismo. Per stare bene abbiamo bisogno che tutte le cellule, gli enzimi, le proteine e ogni cosa del nostro organismo non abbia alterazioni. Per vivere abbiamo bisogno che la vita continui a scorrere dentro di noi.

In poche parole siamo creature che non bastiamo a noi stessi. Nessuno può dire di sé stesso “in principio c’ero io” senza ammettere che prima di noi c’è un’infinità di altre concause alla nostra nascita. Nessuno può dire “Io sono ciò che sono”, senza ammettere che è una grazia se qualcuno mantiene attaccata la spina della nostra vita. Non noi bastiamo a noi stessi. Perciò quando parliamo di Dio dobbiamo farlo con cautela. Noi siamo solamene uomini. Ma Lui è altro rispetto a noi!

Il Salmo 102 è una descrizione molto accurata di ciò che siamo noi e ciò che è Dio. Al v.1 è descritta la condizione che appartiene a ciascun essere umano: siamo persone soggette ad abbattimento, che trovano il bisogno di sfogarsi in pianto. Abbiamo bisogno che qualcuno ci ascolti e colga il nostro grido. v.2 abbiamo bisogno che qualcuno si affretti a risponderci. v.6, siamo simili a pellicani del deserto, come i gufi dei luoghi desolati, cioè come esseri viventi che vivono in un habitat ostile al nostro benessere, dove non c’è nulla di buona da trarre se non appunto v.9 cenere invece di pane, lacrime invece che una succulenta bevanda. Alla fine, v.27-28 , il Salmista deve ammettere: Signore, ma tu sei, sempre lo stesso; e i tuoi anni non avranno mai fine. I figli dei tuoi servi, ovvero i figli di coloro che scegliesti (un altro modo per dire il tuo popolo), avranno una dimora e la loro discendenza sarà stabile proprio in tua presenza. E’ un Dio che E’, un Dio la cui esistenza è su un piano eterno e costante (infatti dice tu sei, sempre lo stesso). E’ un Dio che vive e che regna e alla cui presenza i suoi figli trovano casa e stabilità.

 

La definizione

Il v.24 ci aiuta a comprendere meglio una possibile definizione:

I tuoi anni durano per ogni generazione

Lett. in ebraico è così: per tutte le generazioni i tuoi anni SONO. Non è solo una questione che la vita del Signore dura più della nostra. Ma che per tutte le generazioni i  possibile trovare aiuto e conforto in Colui il cui tempo vede esistenza sono. Un concetto un pò strano, ma quanto è importante che lo capiamo! Per tutte quante le generazioni degli uomini, donne e ragazzi, il tuo tempo, la tua vita, i tuoi anni SONO!

Le prime parole della Bibbia ci aiutano a inquadrare meglio questa idea: “In principio Dio”. In pratica, il Dio in cui viviamo, ci muoviamo e siamo è Colui che “E’ cioè che è” fin dal principio. Questa è la prima cosa che dice la Bibbia. Lui è l’inizio e il centro di ogni cosa. Se possiamo parlare di una storia passata che ci appartiene, se possiamo parlare di un futuro che ci attende, se possiamo parlare di un presente in cui agiamo e viviamo è perché fin dal principio Dio è. Ogni cosa si muove secondo il suo disegno senza alcuna costrizione perché Lui è altro da noi. Il profeta Daniele scriveva infatti: 

Egli agisce come vuole con l’esercito del cielo e con gli abitanti della terra; non c’è alcuno che possa fermare la sua mano e dirgli che fai?

E Paolo gli fa eco, e nel suo discorso nell’areopago di Atene, in Atti 17:24: 

Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d’uomo; 25 e non è servito dalle mani dell’uomo, come se avesse bisogno di qualcosa; lui, che dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa.

Tutta la Bibbia dichiara la grandezza del suo essere a sé. Egli agisce come vuole con gli abitanti della terra, non è servito da mani d’uomo, non ha bisogno di nessuno e anzi tutta la vita, ogni respiro e ogni cosa creata deve la sua esistenza, forma e sostanza a Lui.

 

Le conseguenze sul piano universale

Tutto questo ha delle conseguenze. Prima di tutto il fatto che un Dio del genere, lo abbiamo già detto, non ha bisogno di ricevere. Dio non ha bisogno di noi. Egli si trova in uno stato d’esistenza in cui è letteralmente al di sopra di ogni lode! Non ha bisogno di difensori perché lui è sufficiente a sé stesso. Non ha bisogno di rendere conto perché ogni cosa che Lui compie segue il suo disegno libero ed eterno!

Se dei peccatori orribili possono definirsi figli suoi è perché Lui ha deciso di farsi conoscere a loro proprio nella veste di un Padre. Di intervenire nella bontà di un Padre amorevole! Se delle persone nel mondo posso definirsi giusti è perché nella sua sovrana indipendenza e libertà ha decretato che il Figlio suo fosse dato a loro per la loro salvezza! C’è tanto per cui essere felici! Ogni generazione può trovare speranza in questo Dio che è ciò che è!

 

Le conseguenze sul piano personale

Quando si comincia a comprendere Dio in questi termini, capiamo la follia di rifiutare un Dio così! Tutto ciò che siamo è indegno, precario, limitato, mortificato e sporco. Il Salmo 102 ce ne ha dato un assaggio. Pensiamo di essere qualcosa o qualcuno, in realtà il fatto che siamo per un tempo breve ci deve portare ad avere fede verso chi è la vita in sé stesso! Quale speranza ci potrà mai essere in noi che valga un’eternità? 

Il Salmista loda il Signore, v.19-20, perché nonostante sia a sé, tuttavia OSSERVA la terra, cioè è perfettamente in grado di vedere e intendere la realtà creata. Noi no ma lui sì! ASCOLTA i gemiti dei prigionieri, e LIBERA i condannati a morte. Se crediamo che il Signore è l’unico Dio che basta a sé stesso ed è perfettamente sufficiente a sé stesso, allora solo Lui sarà l’unico in grado di prendersi cura del nostro perenne stato di bisogno! Lui è l’unico che saprà trattare nel giusto modo le lacrime che scenderanno dal nostro volto. Ogni nostra tristezza. Ogni nostra implorazione. Se Lui è ciò che è fin dal principio, se Lui da eternità in eternità è Dio, Se Lui è l’alfa e l’omega, l’inizio e la fine, Colui che che era e che è, allora è l’unico che non potrà venire meno! La vita che basta a Lui sarà anche la vita che farà traboccare la nostra a me e a te!

Capiamo dunque che la sua aseità, e tutto ciò che ne consegue, sono le uniche cose che possono compiere le parole di Apocalisse 21-22 che ogni cosa orribile sarà spazzata via. Dio è a sé, però è anche vero che è Colui che asciugherà ogni lacrima e che sarà perfettamente in grado di togliere di mezzo ogni male! Se possiamo dire che la nostra storia avrà un epilogo meraviglioso è perché Dio non è come noi, non è condizionabile o alterabile! Lui, da eternità in eternità è Dio (Salmo 90:2). Tutta la sofferenza che caratterizza la nostra vita (o potrà caratterizzarla) sarà completamente trasformata da chi la vita lo è in sé stesso! 

La nostra vita ora evidenzia tante aree di bisogno. E’ un affanno continuo a cercare di risolvere i tanti problemi che si presentano davanti a noi. Problemi al lavoro, in famiglia, anche con le persone che in teoria dovrebbero esserci più vicine, invece troviamo tante tensioni pure con loro. Ma pensiamo alla grazia di poter conoscere qualcuno che si prende cura dei nostri bisogni, che vede, che ascolta e libera (come dice il Siamo 102). Qualcuno che dall’alto della sua indipendenza e sovranità, decide di amare con così tanta intensità le sue creature ribelli da mandare il suo amato figlio a morire sulla croce al posto loro. Gesù stesso ne rende testimonianza dicendo: 

Il ladro non viene se non per rubare, ammazzare e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (Giovanni 10:10). 

Gli altri vengono con intenzioni malvagie. Vengono per rubare, ammazzare e distruggere. Ma il Dio sufficiente, pieno di amore e vita ha organizzato l’intervento di salvataggio più importante che si potesse mai compiere! Non è rimasto in disparte, ma è venuto nella persona del proprio Figlio con il chiaro intento di dare generosamente la vita a ciascuno dei suoi. E Gesù nel descrivere questa vita, poco prima, dice:

se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura (Giovanni 10:9)

Sarà una vita salvata, dice Gesù, una vita redenta. Caratterizzata da ogni sorte di benedizione. Sarà una vita libera, infatti Gesù dice che si potrà entrare e uscire. Una nuova vita posta in una nuova dimensione di libertà e riscatto. E sarà una vita piena, infatti, dice Gesù, troverà pastura. Troverà il nutrimento e non si troverà mai più in uno stato di bisogno!

Dio è a sé! Noi no! Dio è fin dal principio! Noi no! Dio è l’inizio e la fine! Noi no! Dio è tutto! Noi non siamo nulla! Dove mai potremo andare per trovare la vita se non in Lui?

A questa domanda, l’unica risposta che possiamo dare è quella che troviamo alla fine di questo Salmo, v.24-25: per tutte le generazioni i tuoi anni SONO. Tu sei lì. Non andrai via. Non scapperai con la coda fra le gambe. Ma rimarrai ciò che sei e ogni generazione della terra troverà vita e ogni risposta in te!

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