Siate dunque imitatori di Dio, come figli amati; e camminate nell’amore come anche Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo di odore soave.
Questo è uno dei passaggi più meravigliosi e utili di tutto il libro degli Efesini. Tocca il cuore stesso della vita cristiana, il tema dell’amore. L’amore ricorre ovunque in queste parole, riempie di significato tutto ciò che abbiamo sentito da Paolo prima. Non c’è niente di più bello e diretto di questa definizione di come dobbiamo vivere come cristiani in termini di comportamento. Vengo subito al punto: se siamo veri cristiani, la nostra vita non sarà caratterizzata dalla contraffazione, ma dal vero amore. L’apostolo Giovanni la mette in questi termini: se la ns. vita non è caratterizzata dall’amore, non conosciamo davvero Dio. Se non amiamo, l’amore di Dio non abita in noi. Qui Paolo sta dicendo la stessa cosa: camminate nell’amore.
Ora, cerchiamo di seguire il testo: v.1, Siate dunque imitatori di Dio. Cosa significa imitare Dio? Come è possibile farlo? Significa riprodurre in noi tutto ciò che è vero di Lui. L’intera vita cristiana si riassume in questo: essere imitatori di Dio, essere come Dio. Se stai annaspando nel tentativo di capire cosa Dio vuole da te, non devi andare troppo lontano. Devi fare due cose. La prima l’abbiamo fatta studiando i primi due capitoli. Devi conoscere di più Dio, perché più lo conoscerai più saprai cosa come sei chiamato/a a vivere. Meno conosci Dio, meno sai chi sei, cosa devi fare e qual è lo scopo della tua vita. Qual è dunque la ricerca primaria di ogni credente, conoscere chi? Dio.
Ma la seconda cosa che devi fare nella tua vita, è quella di imitare Dio nella tua vita. Questo non è solo un principio del NT, ma viene dal Pentateuco, in Levitico 11:45: “Voi siete il mio popolo e io sono il vostro Dio, e qui è dove tutto comincia: siate santi, come io sono santo”. Voi direte: “Beh, è facile da dire ma difficile da fare”. Certo che lo è, e non è possibile farlo con le nostre forze; non si può semplicemente stringere i denti e grugnire e raccogliere tutto il nostro coraggio ed essere come Dio.
Sta qui un favoloso paradosso: da un lato dobbiamo essere come Dio, ma dall’altro, dobbiamo ammettere che non ne siamo in grado. Ed è proprio questo il punto. Quando sai che devi essere come Dio (e sai che non puoi esserlo), allora sai che ci deve essere qualche altro potere che lo renda possibile.
Ed è questa la bellezza del cap.3 di Efesini:
Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, 15 dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, 16 affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore, 17 e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell’amore, 18 siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo 19 e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
20 Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, 21 a lui sia la gloria nella chiesa e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen.
In altre parole, riconosci di essere un peccatore vile e malvagio; non puoi essere come Dio. Dio dice che devo/i essere come Lui. Se non puoi esserlo (ma devi esserlo), allora qualcuno deve entrare dentro di me e fare ciò che io non posso fare, capite? E chi è, v.16? “Lo Spirito Santo, che ci fortifica con forza nell’uomo interiore”. E sapete qual è il risultato? Il risultato è alla fine del v.19 e dice questo, affinché, clausola di scopo, affinché o con il risultato che o con l’effetto che “sarete riempiti di tutta la pienezza di Dio”.
Questo è il punto: Paolo sta dicendo che puoi essere come Dio, puoi essere riempito della sua pienezza, puoi essere in tutto e per tutto come Dio, per quanto riguarda le sue qualità, ma non puoi farlo da solo. Devi essere rafforzato con la forza dal Suo Spirito. Ecco quindi la risoluzione del paradosso: imita Dio, ma renditi conto che questa è l’opera di Dio, non la tua, perciò impara giorno dopo giorno, un passo alla volta, a dipendere dallo Spirito di Dio. E, come ci ha ricordato Luca alcune settimane fa a proposito della rigenerazione, se siamo davvero cristiani lo Spirito è veramente all’opera in noi, muovendosi per rendere questo mandato una realtà, muovendosi per renderci simili a Cristo, muovendosi per conformarci a Dio.
E’ importante che afferri questo concetto di cammino: la vita cristiana è un cammino. Dobbiamo camminare, questa è la nostra vita quotidiana, questo deve essere il mio e il tuo stile di vita. Camminare degnamente. E cosa comporta questo camminare degno? Che tutta la nostra posizione deve essere basata sull’amore.
Il v.1 è un comando. Siate imitatori di Dio. Non è un suggerimento, Certo, bisogna partire dal punto di vista del peccato, e certo, bisogna partire dal fatto che non si può fare, ma questo non cambia il comando. Devi essere ciò che non puoi essere. È qui che entra in gioco lo Spirito di Dio.
Ma nota il dunque? A cosa serve il dunque? A portarti indietro. Quindi, guarda cosa dice Paolo poco prima al v.31 del cap.4:
Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria!
Perché dice queste cose? Risposta: perché queste cose sono l’esatto contrario dell’amore, ci impediscono di viverlo. Quando si è amareggiati nei confronti di qualcuno, un partner, un figlio, un familiare, un amico, si ha rancore nei suoi confronti, ci si arrabbia.
Quello che dovrebbe esserci è il versetto 32:
Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo
la benevolenza, la gentilezza, la tenerezza di cuore, il perdono. Queste sono alcune delle caratteristiche dell’amore: l’amore è gentile, l’amore è tenero e, soprattutto, l’amore è cosa? Perdono!
L’incapacità di perdonare genera frustrazione, ira, rabbia, frutti amari. È l’incapacità di perdonare che ci porta a parlare male e a rendere la nostra esistenza amara. Il motivo per cui spesso non perdoniamo è perché non amiamo.
Quindi, quello che sta dicendo Paolo è di mettere via tutte le cose contrarie all’amore e di riportare il perdono al centro del nostro cammino.
Quindi dobbiamo misurare la qualità del nostro amore e chiederci se davvero stiamo amando come dovremmo. Serbiamo rancore verso qualcuno per qualcosa che ci ha fatto? Siete in conflitto con delle persone, avete un’acredine dentro di voi? Parlate con cattiveria alle loro spalle? Li aggredite verbalmente in modo esasperato? Ecco, queste sono le caratteristiche del NON amore, questa è la vecchia vita. E qui Paolo ci sta dicendo, basta! Dovete mettere via questa roba!
Guarda la fine del v.32: Dobbiamo perdonare, e questa è la chiave di tutto il passaggio, ed è usata due volte, una nel v.32 e ancora nel ns. brano in 5:2. Dobbiamo perdonare, dice Paolo, perché così facendo imiterai l’amore di Dio, camminerai nell’amore come anche Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi.
Ora vorrei che consideri quest’altra sfumatura del vero amore che perdona. Quando perdoni, dentro di te stai dicendo: “non importa più quello che ho subito, non importa più quello che questa persona mi ha fatto, non importa più come vengo tutt’ora ferita/o, non mi importa più se subisco dolore ingiusto, la calunnia, o se qualcuno mi schiaccia, o mi ammacca, o mi offende, o qualunque cosa sia – Cristo ha già pagato la pena per quel peccato.”
Hai colto questa sfumatura? Quando Dite: “guarda quello che mi ha fatto! Adesso gliela faccio pagare”. Faresti meglio a pensarci due volte perché Cristo ha già sofferto per quello che ti é successo. Cosa vuoi di più? Questo è un pensiero rivoluzionario. Gesù ha portato nel suo corpo tutti i nostri peccati, ha già portato quel peccato nel suo corpo sulla croce, ha già versato il suo sangue per quel peccato. Cosa devo chiedere, cosa voglio, cosa c’è di più?
Quindi, la prossima volta che meditiamo una vendetta, la prossima volta che volete dire una parola sgarbata, o che volete essere amareggiati con qualcuno, o mormorare alle spalle, ricordiamo che quel peccato é già stato conosciuto, é già stato pagato e non c’è bisogno di aggiungere altro alla sofferenza e alle conseguenze che quel peccato dovrebbe portare; tutto è stato preso da Cristo sulla croce, è già una cosa risolta. Quindi la misura del mio/tuo amore è la misura della nostra capacità di perdonare.
È una verità fantastica, ma qualcuno potrebbe dire: “Beh, non si può continuare a perdonare per sempre…Gesù lo fa ogni giorno”. Efesini 1: “In cui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati”. Se siamo noi a confessare i nostri peccati, allora siamo noi a essere perdonati e costantemente purificati (1 Giovanni 1:9 ). Dio mi guarda e mi dice: “Continui a peccare, ma non posso farti nulla perché Gesù ha già preso la punizione per quel peccato”. E poi ci dice: “Ecco, questo è il modo in cui voglio che camminiate. Voglio che camminiate con lo stesso tipo di amore, che non serba amarezza, rancore, che non serba mai niente contro nessuno, perché sapete che quella cosa è già stata risolta da Gesù Cristo. Cosa si può volere di più?”. Proverbi 10:12 dice questo: “L’amore copre tutti i peccati”. L’amore copre tutti i peccati.
In altre parole, l’amore totale è il perdono totale. la profondità del vostro amore è indicata da quanto sapete di essere stati perdonati.
L’amore biblico non è un’emozione, ma un sacrificio. Abbiamo bisogno di questo tipo di amore nei nostri matrimoni, nella gestione dei figli, nel rapporto con familiari complicati, capi scorretti.
Oggi è molto più facile disimpegnarsi, ma l’amore vero, il perdono vero va avanti nonostante non ne ricaviamo nulla. Ma questo è proprio l’amore di Gesù. Lui non ci ha amati per quello che ne avrebbe ricavato, ma ci ha amati nonostante il dolore che gli abbiamo arrecato. L’amore cristiano non esiste sulla base della reciprocità, questo è il punto. È l’amore umile, obbediente, che si dona e si sacrifica, che dice: Non amo per quello che ne ricavo. Amo perché è nella mia natura di peccatore perdonato amare.
Ora Efesini 5:2 ci da un dettaglio sul tipo di amore ha caratterizzato Gesù:
Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo di odore soave
quando Cristo ha amato ha dato se stesso, la sua vita, il suo corpo, tutto di sé per noi, come se fosse compiuta un ‘offerta è un sacrificio a Dio. E l’intero atto di amore di Cristo aveva un buon profumo per Dio, perché era il tipo di amore che il Padre voleva: un amore incondizionato.
Ma cosa cosa significa l’idea di odore soave? É un ‘espressione mutuata da Levitico, capitoli 1-5. In questi capitoli ci sono 5 offerte. Le prime tre offerte, l’olocausto, il pasto e l’offerta di pace, si trovano nei capitoli 1 e 3. Queste offerte erano richieste a Israele.
L’olocausto parla della totale devozione di Cristo a Dio, di come ha letteralmente dato la sua vita. L’offerta del pasto parla della sua perfezione e l’offerta di pace parla della riconciliazione che ha stabilito tra Dio e l’uomo, e queste tre offerte sono sapori profumati. Dio si compiace della devozione di Cristo; Dio si compiace della perfezione del suo carattere; Dio si compiace del fatto che abbia fatto pace tra Dio e l’uomo.
Ma in Levitico 4-5, ci sono altre due offerte, l’offerta per il peccato e l’offerta per la colpa. Queste non sono offerte profumate. Sono un fetore nelle narici di Dio, perché anche se raffigurano Cristo, entrambe raffigurano Cristo che porta lo schifo del ns. peccato.
Ed è stato a quel punto che ha voltato le spalle a Cristo, e Cristo ha gridato: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Perché non è un sapore dolce per le narici di Dio vedere il peccato.
Mentre Cristo portava su di sé le nostre malattie e e le nostre lordure, non c’era niente di profumato in quello che faceva; ma quando Dio ha guardato la perfezione del suo carattere, l’elemento pacificatore della sua opera e ha visto la devozione assoluta del suo amore, il profumo é salito alle sue narici come una fragranza di incenso, dolce. La maledizione si è trasformata in benedizione.
Vedete, sono queste le cose che piacciono a Dio. Volete piacere a Dio, volete che la vostra vita salga alle narici di Dio come un sapore dolce e profumato? Allora che sia una vita d’amore, una vita caratterizzata dall’amore incondizionato, che perdona e perdona e perdona. Questo dovrebbe caratterizzare la vostra vita. Questo è lo standard di Dio.