Eletti, salvati, protetti (Efesini 1:3-14)

Se dovessi fare una fotografia di te stesso/a cosa emergerebbe? Che persona ne verrebbe fuori? La foto rappresenta ciò che dovresti essere dopo tutti questi anni di fede? Sei al punto giusto di maturazione? I frutti che escono da te sono quelli che si aspetterebbe il Signore e la comunità intorno a te? Le parole, i comportamenti, le azioni, la stabilità emotiva, le scelte  he prendi, il tempo che scegli di trascorrere, la pace, il discernimento, la fede, la preghiera, lo studio, la meditazione personale danno indicazioni di una maturazione? Siamo onesti, la nostra vita é un cantiere sempre aperto. Tante aree della nostra vita devono essere continuamente attenzionate, tuttavia se l’immagine di te che viene da questa foto non rappresenta la persona che dovresti essere, la domanda è a monte: perché? Cosa c’è che ti impedisce di maturare in questo senso? Cosa ti sta bloccando? Cosa ti ha raffreddato? Cosa ti ha indurito? Cosa c’è veramente dentro di te?

In una chiesa sana queste domande sono d’obbligo. Se ci amiamo davvero dobbiamo capire in che modo possiamo spronarci a vicenda. Dobbiamo gioire nel rendere conto. Essere felici che qualcuno si preoccupi per noi, che ci chieda come stai? Come vanno le cose? Oppure, ho visto che non sei molto in forma, vedo questo venire fuori da te, mi sto preoccupando. Una chiesa vive in questo stato di attenzione reciproca. 

La lettera agli Efesini é stata scritta esattamente con questo stesso spirito. La vita di alcuni manifestava dei pericoli, Paolo li vedeva, perciò redige una questa meravigliosa lettera dal carcere di Roma, per spronarli. 

Ultimamente su Instagram ci sono dei reel che mostrano il prima e dopo di certi eventi memorabili. Quindi le persone si mettono in posa esattamente come 20-30 anni prima. Ora lo stesso voglio fare con la chiesa di Efeso passando dal momento della sua fondazione alla fine del primo secolo.

Il primo selfie lo abbiamo attorno al 50-55 DC, al momento della fondazione da parte di Priscilla e Aquila, questa meravigliosa coppia di evangelisti! E’ una bella foto. E’ una comunità simile alla nostra, alcune famiglie si sono trovate, unite e convinte dalla predicazione del Vangelo. É una comunità partita bene, sono volti radiosi, sono persone coinvolte. Sono persone attenzionate e guida da leader amorevoli.

Infatti poco dopo Paolo sopraggiunge per consolidarne il ministerio. In Atti 19:17 ci viene detto che a seguito della sua predicazione il nome del Signore era esaltato e al v.20 che la Parola di Dio cresceva e si affermava potentemente. In Atti 20:17 troviamo un dettaglio di una chiesa con una molteplicità di anziani. Dopo tre anni, Paolo lascia la chiesa alle loro tenere cure:

Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue. Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge;  e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli. Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime. E ora vi affido a Dio e alla Parola della sua grazia, la quale può edificarvi e darvi l’eredità di tutti i santificati. Non ho desiderato né l’argento, né l’oro, né i vestiti di nessuno. Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me. In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”».
Quando ebbe dette queste cose, si pose in ginocchio e pregò con tutti loro. Tutti scoppiarono in un gran pianto; e si gettarono al collo di Paolo e lo baciarono, dolenti soprattutto perché aveva detto loro che non avrebbero più rivisto la sua faccia; e l’accompagnarono alla nave. (
Atti 20:28-38)

 

La foto successiva l’abbiamo 8-10 anni dopo, nel 60-62 DC. tramite 1Timoteo 1:3-11 abbiamo qualche dettaglio. Timoteo è esortato a rimanere ancora a Efeso, v.3, perché alcuni si danno a discorsi senza senso, a favole, senza invece rimanere fermi, v.4, sull’opera di Dio che è fondata sulla fede. V.6 alcune persone hanno deviato, si sono di loro spontanea volontà abbandonate a discorsi senza senso, v.7 senza sapere cosa dicono né hanno alcuna certezza. Sono persone che invece che rimanere fermi in Dio, crescere nella sua conoscenza, si sono lasciate andare e ora sono in preda al panico, ai dubbi alle incertezze…

Dunque che foto ne sta venendo fuori? Non molto bella. Sono persone in declino. Stanno scivolando, crollando. 

Ecco perché più o meno nello stesso anno, il 60-62, Paolo ora scrive direttamente a loro in questa lettera. Non può più aspettare, deve  pressarli a correggere le loro devianze. Li scongiura a tenersi stretti a Dio. Vede già la loro fine se non prendono sul serio i suoi avvertimenti. In questa foto c’è un presagio oscuro all’orizzonte.

Quindi la domanda finale: questi credenti avranno fatto tesoro delle parole di Paolo? Avranno preso sul serio le sue esortazioni? O avranno continuato a darsi a vani ragionamenti, e aver costruito la loro vita su un castello di incertezze? Che foto ne verrà fuori alla fine del primo secolo? Apocalisse 2:2-5, Non é più Paolo che scrive. Nemmeno Giovanni. É Gesù in persona che parla.

Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono, e che li hai trovati bugiardi. So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amor del mio nome e non ti sei stancato. Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò da te e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi.

 

E’ una foto è drammatica. Ognuno di noi può ritrovarsi in una condizione spirituale e umana come Efeso.

Quindi, qual é la cura per queste donne, uomini, famiglie e per noi oggi? 

  1. Aiutarli a considerare le grandi benedizioni di Dio;
  2. Tornare alla storia da dove tutto é partito;
  3. Iniziare a mettere in pratica;

In queste sessioni, che spero di rendere il più pratiche e utili possibili, faremo proprio questo: daremo spazio alle istruzioni pratiche dei cap.4-6 non prima di aver riflettuto sulle premesse teologiche e spirituali dei capitoli 1-3. 

In questa prima sessione considereremo l’intera opera del Dio uno e trino fiorito nella nostra salvezza attraverso il capitolo v.3-14 (che nell’originale è un’unica grande frase senza punti). 

 

Lettura

 

 Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.  In lui ci ha eletti prima della formazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d’intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé,  per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti. Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra. In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà, per essere a lode della sua gloria; noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria. (Efesini 1:3-14)

 

Il pensiero di quello che fa il Signore toglie il fiato! Credo sia proprio questo il motivo per cui Paolo non mette punti in questi brano: è impossibile respirare quando si loda Dio!

Infatti quello che il testo fa è semplicemente di ricordarci che, v.3, siamo stati grandemente benedetti. Ma quali sono queste benedizioni? In questo brano ne vediamo svelate moltissime, ma tutte quante possono essere racchiuse in tre grandi insiemi, da cui poi tutte le altre scaturiscono: elezione, redenzione, sigillo. l’elezione da parte di Dio (v.4), la redenzione in Cristo (v.7), il sigillo dello SS (v.13).

Questi sono i tre pilastri delle benedizioni di Dio. La tua storia è racchiusa da queste tre benedizioni: Eletti, redenti/salvati, sigillati.

 

1. Il Padre ci ha scelti (v.4-6)

v.4 In lui ci ha eletti prima della formazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui.

E’ molto semplice quello che leggiamo qui. Chi ci ha scelti? Il Padre. Quando? prima della formazione del mondo. Perché? perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui. Cerchiamo di spacchettare per un momento queste parole e vorrei che facessi uno sforzo di comprenderne la portata.

Il Padre ci ha eletti: c’è un decreto eterno per cui Dio in persona ha chiamato, nell’eternità passata, quando ancora non c’era la materia, lo spazio, il tempo, ciascuno di noi per essere in relazione con lui. Puoi immaginarti cosa è successo? Cosa ha determinato questa volontà di Dio di eleggerti? Cosa lo ha spinto un giorno, prima che il mondo fosse formato, nell’età passata, ad amarti? Vorrei che ti guardassi un attimo e cercassi dentro di te almeno 1 cosa giusta, buona, perfetta e pura. Forse questa cosa può averlo indotto a guardare nel futuro e spingerlo ad amarti? Non è questo che dice Paolo, v.5-6:

 

avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio

 

v.4 il Padre ci ha eletti, v.5, avendoci predestinati nel suo amore. E’ tutto per amore. Non perché c’era qualcosa di amabile in te, ma proprio il contrario, eri detestabile. La sua scelta, ha tutto a che fare con il suo desiderio, di amarti. E poi, v.5, di adottarti. Di prenderti nella sua famiglia. Tu non sei solo una cristiana/a, un/una credente. Sei suo figlio/a. Lui ti ha predestinato nel suo amore, v.5, a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà. 

Ci sono tante storie di adozione nella Bibbia. Penso la più deliziosa (anche per il carattere messianico del personaggio), è la storia dell’adozione di Mefiboset. Facciamo la sua conoscenza in 2Samuele 4:4:

Gionatan, figlio di Saul, aveva un figlio storpio, il quale aveva cinque anni quando arrivò da Izreel la notizia della morte di Saul e di Gionatan. La balia lo prese e fuggì; in questa sua fuga precipitosa il bambino cadde e rimase zoppo. Il suo nome era Mefiboset.

 

Ma la storia si sviluppa ulteriormente in 2 Samuele 9. Il brano, al v.1, si apre con il desiderio di Davide di fare del bene alla casa di Saul, colui che gli aveva reso la vita impossibile. 

C’è ancora qualcuno della casa di Saul, al quale possa fare del bene per amore di Gionatan.

 

L’unico rimasto in vita è appunto lui, Mefiboset. Così, v.5, il re lo mandò a prendere, e gli disse, v.7-13:

«Non temere, perché io non mancherò di trattarti con bontà per amore di Gionatan tuo padre, ti restituirò tutte le terre di Saul tuo nonno e tu mangerai sempre alla mia mensa». Mefiboset s’inchinò profondamente e disse: «Che cos’è il tuo servo, perché tu ti degni di guardare un cane morto come sono io?» Allora il re chiamò Siba, servo di Saul, e gli disse: «Tutto quello che apparteneva a Saul e a tutta la sua casa io lo do al figlio del tuo signore. Tu dunque, con i tuoi figli e con i tuoi servi, coltiverai per lui le terre e gli porterai il raccolto, perché il figlio del tuo signore abbia pane da mangiare; Mefiboset, figlio del tuo signore, mangerà sempre alla mia mensa». […] Mefiboset mangiò alla mensa di Davide come uno dei figli del re.

 

Questa tenera storia termina con una persona che viene da una stirpe maledetta, un uomo impresentabile, senza alcuna speranza, che, v.12, finisce a mangiare alla mensa del come uno dei suoi figli.

 

Questa è (o potrebbe essere), pure la tua storia. Se tu puoi chiamarti figlio/a è perché Dio, ha preso questa bellissima decisione nei tuoi confronti. E’ stata una scelta libera, indipendente, sovrana, efficace e piena di amore. Perché tutto, v.6, andasse a lode della gloria della sua grazia. Cioè tutto fosse un’esaltazione, un’acclamazione, un grido di entusiasmo della gloria, cioè il peso massivo della sua grazia. Questo significa gloria: peso massivo. Di cosa? Risposta: della sua stupenda grazia! La grazia di Dio la puoi misurare solo in un modo. Considerandone il peso, la portata. Dio ci ha amato in questo modo, chiamandoci a sé quando eravamo lontani. Dio ci ha amato in questo modo: adottandoci quando eravamo per natura figli di ira. Dio ci ha amato in questo modo: ponendo davanti a noi un peso infinito di grazia, perché eravamo veramente nei guai, colpevoli, ingiusti, peccatori, depravati. 

Se Dio ha fatto tutto questo per te, la domanda è questa: di cos’altro hai bisogno per rimettere a posto i cocci rotti della tua vita? Di cos’altro hai bisogno per stabilizzare la tua vita? Di cos’altro hai bisogno nella tua vita? Cos’altro ti manca per riempire il tuo vuoto e scaldare il tuo cuore?

Spesso siamo così bravi a creare intrattenimenti alternativi. Per sentirci vivi e utili pensiamo che la cosa giusta da fare sia fare, fare, fare, ecc. Ma qui Paolo ti ricorda la cosa più importante che tu capisca! Sei stato/a profondamente e inspiegabilmente amato/a prima di ogni cosa accaduta nell’universo, benedetto/a di ogni benedizione spirituale. Qualunque sia il tuo problema nella tua vita, il cruccio, la paura, la rabbia, qualunque cosa ti animi, parti da qui: sei stato scelto/a.

 

 

2. Cristo ci ha redenti (v.7)

La seconda cosa che ti ricorda Paolo è che sei stato/a redento/a. Salvato/a, v.7:

In lui abbiamo la redenzione

 

Il presupposto della redenzione è la schiavitù. Ognuno di noi era maledetto, schiavo nelle catene del proprio peccato, esposto al sistema malefico di questo mondo, senza alcuna speranza di sopravvivenza, con un debito morale e spirituale così terrificante, che era necessario ben più di un brav’uomo per strapparci da questa condizione. Così il Padre ci ha scelti e poi ha mandato il suo unigenito Figlio per salvarci. Ecco perché Paolo dice al v.7a, in Lui, nell’arma invincibile di Dio, cioè in Cristo, abbiamo ottenuto la redenzione, cioè la libertà. Le catene della colpa ti sono state spezzate. 

Ma come è avvenuto tutto ciò, v.7b? mediante il suo sangue. Gesù è venuto per morire: 

il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti. (Marco 10:45)

 

[…] e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita. (Ebrei 2:14-15)

 

Questo era il prezzo del tuo peccato. Il tuo conto in rosso prevedeva questo tipo di elargizione. Questo era il prezzo fissato per la tua liberazione. Non che un uomo morisse, ma che Dio, nella persona del Figlio, morisse al posto tuo. 

E da questo cosa abbiamo ottenuto, v.7c? il perdono dei peccati.

Io e te abbiamo tanti problemi nella nostra vita. Non ci facciamo mancare nulla. Problemi al lavoro, a scuola, problemi con i familiari, con i figli, i genitori, problemi con noi stessi. Ma tutto ciò proviene da un unico grande problema, il problema del peccato. Questo è il cuore di ogni problema nella tua vita. C’è peccato perché hai trasgredito la legge di Dio. C’è peccato perché hai trasgredito leggi umane. C’è peccato perché hai causato dolori alle persone intorno a te. C’è peccato perché sei stato partorito nell’iniquità. E poi c’è il peccato che a tua volta subisci dagli altri. Il peccato è il vero problema esistenziale di ognuno di noi. Il peccato genera peccati.

Ma cosa ci ricorda qui Paolo? Che TUTTI quanti sono stati perdonati! Dal primo all’ultimo sono stati cancellati! Non è meraviglioso? Non ti fa tirare un sospiro di sollievo pensare che ora sei libero/a da questo fardello? Non sei felice che il Dio del cielo è morto per darti vita?

Ecco da dove prende il nome della ns. chiesa (Stupenda Grazia). Dalla fine del v.7: le ricchezze della sua grazia. Questo è ciò che serve alla tua vita per andare avanti con un coraggio rinnovato. Sapere che Gesù Cristo è morto versando il suo prezioso sangue per i tuoi peccati e ti ha liberato! Perciò smettiamola di vivere da segregati in problemi che pensiamo siano irrisolvibili. Smettiamola di portarci fardelli che evidentemente non possiamo sopportare. Impara ad affidare la tua vita a Lui. Cercalo, trovalo, datti a scavare. La preziosa perla del vangelo non può finire nella soffitta della tua mente. Non può finire nel congelatore e tirata fuori alla Domenica o in base alle necessità. Fai si che la tua intera vita sia definita da questa grazia che Dio ti ha concessa. Allinea il tuo cammino su questa speranza. Smetti di andare di qua e di là, ma affida la tua intera esistenza, i tuoi problemi a questo potente salvatore. Medita sul vangelo, alimenta la tua mente di questo. Vai a Dio in preghiera. 

Il Padre ci chiama, Il Figlio ci salva, ora, v.13-14, Lo Spirito ci suggella. 

 

 

3. Lo spirito ci suggella (v.13-14)

E’ quello che dice alla fine del v.13:

In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso

 

Cosa ha appena detto Paolo? In Lui, cioè in Cristo, dopo che avete prestato orecchio alla parola della verità, cioè la parola salvifica di Dio, tutto il piano di grazia che è uscito secondo verità da Dio attraverso il Figlio (il vangelo appunto – la buona notizia della vostra salvezza); dopo che avete ascoltato da Lui e poi creduto in Lui, avete cosa? Risposta: ricevuto il sigillo dello Spirito Santo.

Cos’è questo sigillo? Il “sigillo” nel mondo antico serviva come “firma legale” che proteggeva il documento da alterazioni. Il sigillo stava a significare che ciò che c’era dentro era autentico. Sei hai ascoltato e hai veramente posto la tua speranza in Cristo, lo SS autentica l’opera di Dio in te. Ti protegge da manomissioni, dal deterioramento.

Il Padre ti ha amato fin dall’eternità, il Figlio ti salvato, lo Spirito ti protegge perché tu possa arrivare a destinazione non solo sano e salvo, ma maturato e santificato.

Al v.14 dice di più. Dice che lo SS è pegno della nostra eredità. Cioè è la caparra, l’anticipazione di ciò che un giorno verrà definitivamente compiuto al ritorno di Cristo. Un giorno, infatti, dice Paolo alla fine del v.14, la nostra redenzione sarà PIENA. Ci sarà la consumazione finale della redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria. Lo Spirito ti protegge perché tu possa arrivare fino alla fine.

 

Applicazioni

Il Padre ti scelto, Il Figlio ti ha salvato, lo SS ti protegge. Sei stato/a amato/a fin dall’eternità di un amore senza pari. Non è questo un buon motivo per smettere certi comportamenti? Di lasciare la vita che stiamo percorrendo? Non è questo un buon motivo per smettere di perdere tempo e soldi in cose che aggiungono miseria su miseria alla tua vita? Non è questo un buon motivo per rimettere a posto i cocci rotti delle nostre relazioni matrimoniali o con i figli? 

Siamo stato/a adottati, accolta nella famiglia di Dio, non è questo un buon motivo per smettere di cercare approvazione dagli altri, o di cercare la tua identità o il senso della tua vita in tutto e tutti tranne che nel tuo Padre celeste?

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