I Proverbi insegnano il “Vangelo della salute, della ricchezza e della prosperità”? Certamente contiene molteplici promesse di salute, ricchezza e prosperità per coloro che vivono saggiamente. Tuttavia, c’è un’enorme differenza tra il Vangelo dei Proverbi e il Vangelo della Prosperità. Ecco cinque affermazioni che aiutano a chiarire questa differenza.
1. Dio ha fornito la Saggezza esterna, in forma di principio e di Persona, per correggere la nostra ignoranza, l’errore e la follia causati dal peccato. Dio ci ha creati con la conoscenza, la rettitudine e le abilità pratiche di vita. Tuttavia, come punizione per il peccato di Adamo, Dio ha maledetto Adamo e i suoi discendenti con l’ignoranza, l’errore e la follia. Poiché nessuna quantità di ricerche, esperimenti o ragionamenti ci renderà di nuovo spiritualmente saggi, Dio ci ha rivelato la Sua Saggezza altrimenti inaccessibile e irraggiungibile. Nell’Antico Testamento, Dio rivela questa saggezza in gran parte in forma di principio (ad esempio la Legge Morale, i Proverbi). Tuttavia, i Proverbi personificano anche la Sapienza, dando un accenno a una futura rivelazione della Sapienza in forma umana, una rivelazione che ora sappiamo essere Gesù Cristo:
ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio.
(1Corinzi 1:24)
nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti.
(Colossesi 2:3)
2. Poiché la Saggezza non può essere raggiunta, conservata o praticata rapidamente o facilmente, Dio ha graziosamente incentivato la ricerca diligente e la pratica di essa con molteplici ricompense diverse. Poiché i peccatori trovano così difficile cercare, conservare e fare la Sapienza per se stessa, in tutti i Proverbi Dio promette ricompense spirituali, fisiche, intellettuali, finanziarie, sociali, relazionali ed eterne per cercarla, ricordarla e farla. Eppure anche queste ricompense sono un segno di grazia, perché Dio non è obbligato a premiare ciò che dovremmo fare comunque, e ogni diligenza spirituale è essa stessa un Suo dono.
3. Nell’era del NT, le ricompense della Sapienza sono più spirituali ed eterne che materiali e temporanee. Troviamo quindi una manifestazione della prosperità del Vangelo piuttosto che il Vangelo della Prosperità. L’Antico Testamento manifestava le benedizioni spirituali in una forma più materiale. Sebbene Dio benedica ancora oggi attraverso delle circostanze materiali, tuttavia il focus di Cristo e dei Suoi Apostoli è molto più sulle benedizioni spirituali ed eterne:
Se uno vuole fare la volontà di lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio o se io parlo di mio.
Giovanni 7:17
e io pregherò il Padre, ed egli vi darà un altro Consolatore perché sia con voi per sempre:
Giovanni 14:16
Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Giovanni 14:21
«All’angelo della chiesa di Filadelfia scrivi: Queste cose dice il Santo, il Veritiero, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre
Apocalisse 3:7
Io vengo presto; tieni fermamente quello che hai, perché nessuno ti tolga la tua corona.
Apocalisse 3:11
Il Vangelo della Prosperità mette la prosperità prima del Vangelo e cerca la prosperità sopra ogni cosa. Il Vangelo della prosperità mette il Vangelo al primo posto e accetta con gratitudine tutte le benedizioni spirituali e materiali come il risultato di una vita incentrata sul Vangelo.
4. La connessione divinamente ordinata tra pietà e prosperità evangelica è una massima generale, ma non senza notevoli eccezioni. Ci sono due tipi di saggezza nei libri poetici. La saggezza pratica contiene verità semplici, ottimistiche, popolari e concise. Descrive il modo in cui le cose generalmente dovrebbero essere (ad esempio i Proverbi). La saggezza filosofica si occupa molto di più delle complessità della vita. Riflette sulla realtà che le cose non vanno sempre come dovrebbero, che a volte ci sono enigmi, misteri ed eccezioni alla Saggezza Pratica (es. Giobbe, Ecclesiaste). È come imparare una lingua: si comincia con l’imparare tutte le regole di base e i modelli regolari (Saggezza Pratica), e una volta che li si padroneggia, poi si considerano i verbi irregolari, le qualifiche alle regole, ecc, (Saggezza Filosofica).
5. Cercare e abbracciare la Saggezza per amore della Saggezza, non per le ricompense che porta. Mentre le ricompense dovrebbero incoraggiarci a cercare e praticare la Saggezza, è meglio guardarle in modo retrospettivo piuttosto che prospettico. Non prevedere al tempo futuro: “Se faccio questo, allora otterrò questo”. Piuttosto riflettete al passato: “Ho fatto questo, e il Signore mi ha graziosamente ricompensato“. La Parola ci invita a cercare più il Datore piuttosto che i regali. Più la Saggezza piuttosto che le ricompense.
Le parole che Dio rivolse ad Abramo sono chiarissime: Non temere, Abramo, IO sono il tuo scudo, e la tua ricompensa sarà grandissima (Genesi 15:1). Dio, la sua persona e la sua opera, sarebbero state la sua ricompensa. Nient’altro! Ma questo sarebbe stato molto di più di quanto avrebbe potuto mai sperare! E questo deve valere anche per noi oggi.