Introduzione a Esodo – Dalle catene alla libertà

 

Come è possibile passare “dalle catene alla libertà”? Questa è la questione che solleva Esodo. Questo libro è stato scritto per ricordare a ciascuno di noi che il Signore, SOLO il Signore, è in grado di mutare uno stato di schiavitù spirituale in una grande liberazione, una condizione di perdizione in una di salvezza. Il peccato ha stropicciato l’esistenza di ogni persona in questo mondo. Ci ha intorpidito le menti, i cuori. Ciò che dovremmo vedere non lo vediamo. Ciò che dovremmo sapere non lo riconosciamo. La verità appare opaca, impossibile da raggiungere. Quindi questo libro ci apre a una meravigliosa speranza di vedere Dio dalla nostra parte, non grazie a ciò che potremmo fare con le nostre forze, ma grazie alla Sola sua immensa (e immeritata) grazia. Ed è proprio vero che in nessun luogo dell’Antico Testamento il tema della salvezza risplende come in Esodo, tant’è che sarà proprio questo libro a darne una forma che il resto della Bibbia non modificherà. 

Esodo ci rende impazienti di sapere COME e QUANDO la liberazione avverrà. Ecco perché nei primi 12 capitoli  Il potere persuasivo di Dio e la sua misericordia in atto sono il cuore pulsante di questa sezione. L’infinito potere di Dio trascinerà, da una parte, l’Egitto verso una disfatta senza precedenti e, dall’altra, Israele verso una nuova vita alla Sua presenza amorevole. In questo senso possiamo facilmente intuire che le parole del cap.19 sono la chiave per sbloccare i tesori di questo libro:

 

Voi stessi avete visto cosa ho fatto agli Egizi, e come vi ho portato sulle ali delle aquile e vi ho portati a me” (Esodo 19:4).

 

 

Mano a mano che si legge Esodo sorgono alcune domande. Ad esempio:

  1. Qual è lo scopo dietro a questa storia (e a ciascuna piaga) e come si inserisce nel contesto più ampio della storia biblica?
  2. Quali sono le particolarità che distinguono ciascuna piaga dalle altre? Ci sono delle differenze? Ci sono delle costanti che si ripresentano? 
  3. Per quale motivo, nonostante i ripetuti flagelli si può ancora parlare di misericordia di Dio?
  4. In che modo la Bibbia, il NT, applica Esodo (e  come dovremmo applicarlo noi al giorno d’oggi)? 

 

In questa breve introduzione risponderemo alla prima e all’ultima domanda:

 

 

Qual è lo scopo dietro a questa storia (e a ciascuna piaga) e come si inserisce nel contesto più ampio della storia biblica?

 

La risposta è una sola: Esodo è un ponte tra Genesi e il NT, una prosecuzione degli eventi di Genesi. Infatti se Genesi ci apre alla “conoscenza di Dio e del suo progetto”, Esodo ci spiega COME prenderà forma tale piano sviluppando una forma embrionale del Vangelo (cfr. Galati 4:6-7; 5:1).  Genesi ha già preparato la strada a Esodo e alle piaghe che verranno.

 

 

La battaglia spirituale di Eden

Genesi 3:15 Esodo si trova nel mezzo della guerra spirituale promessa tra la progenie della donna e la progenie del serpente. Ciò che uscirà dalla donna (Cristo e la sua discendenza spirituale di redenti), sebbene dovrà soffrire a causa dei piani malefici di Satana, alla fine trionferà! La progenie del Serpente, susciterà in tutta Genesi (e quindi in Esodo), figure, personaggi che incarnano tale opposizione. Il male e ogni tentativo di far fallire i piani salvifici di Dio sono esemplificati da tale progenie malefica. Quindi non è un caso che Israele si trova qui in Egitto (non è diverso per noi che ci troviamo a vivere in una sorta di Egitto in una lotta continua con i tanti faraoni di oggi). Comunque sia, il piano malefico di Satana di distruggere Israele e frantumare ogni speranza di un salvatore servendosi di una teologia e una teoria politica che davano al re d’Egitto ogni potere divino, vengono sopraffatti dall’onnipotenza del Signore. La volontà del faraone era legge, la sua parola assoluta ma, una piaga dopo l’altra, Dio libera Israele e al tempo stesso spoglia il “dio d’Egitto” della sua autorità rendendolo prigioniero della sua propria irrazionalità. Così. Il faraone non può controllare la propria volontà e la sua cosiddetta divinità viene derisa davanti a tutti:

 

[…]  Lascia andare questa gente, e che serva il SIGNORE, il suo Dio! Non ti accorgi che l’Egitto è rovinato?» (Esodo 10:7).

 

Quindi siamo in mezzo a una guerra spirituale incredibile. Per certi versi oggi non è diverso. Le battaglie fuori e dentro di noi infuriano ancora. Dio lo sa, Gesù lo sa. Infatti poco prima di varcare i cancelli del Golgotha rivolse queste parole ai discepoli (e attraverso di loro anche a noi oggi):

 

In verità, in verità vi dico che voi piangerete e farete cordoglio, e il mondo si rallegrerà. Sarete rattristati, ma la vostra tristezza sarà cambiata in gioia. La donna, quando partorisce, prova dolore perché è venuta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’angoscia, per la gioia che sia venuta al mondo una creatura umana. Così anche voi siete ora nel dolore; ma io vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà, e nessuno vi toglierà la vostra gioia. […] Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo. (Giovanni 16:20-22, 33)

 

Quindi noi siamo come Israele, colpiti da un certo grado di sofferenza con cromature e intensità diverse. La guerra è furiosa. Ma la promessa di genesi 3:15 di vincere questa battaglia contro Satana non è cambiata, anzi si è compiuta sulla croce! Ogni tentativo satanico di far fallire i piani di Dio sono stati vanificati da Colui che dice: “fatevi coraggio, io ho vinto il mondo!”

 

 

Il Patto con Abramo

Ma lungo Genesi il Signore ha precisato ulteriormente le sue promesse. In Genesi 15:7-20, circa 700-750 anni prima di Mosè, Dio ha dato ulteriori dettagli sul soggiorno e sulla schiavitù in Egitto. Ma più di tutto si lega con Abramo attraverso un patto meraviglioso, dichiarando che la Sua stessa divinità e fedeltà erano sul piatto dell’alleanza. Lui sarebbe stato presente con la progenie di Abramo proprio là, in mezzo a quelle sofferenze! Certo questa progenie avrebbe sofferto 400 anni nella terra d’Egitto, ma alla fine sarebbero tornati nella terra promessa. Quindi qualunque fallimento su uno dei termini di questa alleanza verso Abramo (e quindi verso Israele) lo avrebbe visto smettere di essere un Dio fedele e attendibile.

 

 

Le promesse a Giacobbe

Avvicinandoci sempre di più a Esodo, in Genesi 46:3-4 il Signore esorta Giacobbe a non temere di scendere in Egitto: “Non preoccuparti di andare là”, gli dice, “con tutto quello che concernerà la cultura, idolatria, lingua, stile di vita, valori, e soprattutto le catene, perché proprio LA’  ti farò diventare una grande nazione” (cfr. Numeri 1:46 – 635.150 persone). Dio ha gettato le fondamenta di un piano grandioso; in Egitto ha dei propositi per Giacobbe che vanno al di là di una reunion familiare perché coinvolgerà tantissime persone, un popolo! Questi sono solo alcuni anelli di una lunghissima catena. Il Signore ha un piano meraviglioso che profuma di salvezza, ha degli obiettivi (la venuta di Cristo, la nostra salvezza, la nostra gioia eterna). E anche questo è un segno di grazia!

Perché tutto ciò doveva essere rilevante per Mosè, per Israele e per noi oggi? Perché Dio non ci manda nella valle dell’ombra della morte senza, dall’altra parte, prometterci che sarà sempre CON noi e PER NOI! Qualunque siano i faraoni del ns. tempo, il Signore non verrà meno alle sue promesse e alla sua presenza!

 

 

La profezia di Giuseppe

La ciliegina sulla torta arriva la gustiamo dalle ultime parole di Giuseppe in Genesi 50:24-25. Giuseppe sta morendo, sa che non potrà più provvedere al sostentamento della sua famiglia. MA dice una cosa importantissima: “Dio per certo vi visiterà”, dice! Esodo si fonda su questa promessa: Dio farà visita al suo popolo! Quindi Esodo non è semplicemente la storia dell’incredibile uscita dall’Egitto del popolo d’Israele, è più di tutto la buona notizia che ci sarà un incontro tra Dio e il suo popolo, fuori dall’Egitto! Il Faraone e il potere malefico alle sue spalle potranno sbattere i piedi per terra, tentare di impedire che ciò accada. Ma chi è il Dio che sta parlando? È il SIGNORE, il Dio degli Ebrei! E’ YHWH, colui che noi conosciamo come Gesù Cristo (Giovanni 8:48-59), L’Eterno Figlio di Dio incarnato, il Dio che si è legato in un patto di amore e fedeltà al suo popolo! Esodo ci chiama a rimanere impalliditi davanti all’amor travolgente di Dio! Così quando lasciamo Genesi e apriamo Esodo, subito ci rendiamo conto che le cose vanno esattamente come Dio aveva predetto. Esodo si apre con un popolo ridotto in schiavitù che costruisce città per il Faraone (1:11). Ma come si conclude? Come finirà la storia? Risposta: con lo stesso popolo, ormai liberato, che costruisce una abitazione per il Signore (35-40). Quindi questa sezione di Esodo con le piaghe e i cataclismi che piomberanno sulla terra d’Egitto ci parlano di guerra, di lotta tra Dio e il male per portare in trionfo le sue promesse. Ma più di tutto è una sezione che ci fa gustare e respirare la bellezza della sua grazia che prima salva (cap. 1-12), poi accompagna (cap. 13-17) e infine abita (Cap. 29:42-46) con il suo popolo:

 

Voi stessi avete visto cosa ho fatto agli Egizi, e come vi ho portato sulle ali delle aquile e vi ho portati a me” (Esodo 19:4).

 

 

 

In che modo la Bibbia applica Esodo (e come dovremmo applicarlo noi al giorno d’oggi)? 

 

1) Dio ci richiama continuamente attraverso eventi costanti e unici nella ns. vita. Il Dio della Bibbia non è un Dio muto. E’ invece un Dio che parla, che rivolge ammonimenti, che esorta continuamente. Come dice l’autore di Ebrei, Dio ha parlato molte volte e in molte maniere attraverso i padri e i profeti. Ma l’ultima e definitiva parola l’ha gridata per mezzo del sangue del Figlio Suo il quale ci ha purificato dai ns. peccati. Quindi noi viviamo in questo tempo in cui eventi ricorrenti ed eventi del tutto unici, giungono a bussare alla porta della ns. vita. Può essere una malattia inaspettata, un problema familiare, un’amicizia incrinata, un lavoro perso, una stagione difficile. Questo è ciò che caratterizza o caratterizzerà il ns. tempo. Le piaghe ci mostreranno esattamente questo: Dio manderà ripetuti giudizi, ripeterà parole, ribadirà delle esortazioni. La costante sarà il cuore del faraone che si oscurerà e si indurirà sempre di più. Ma il richiamo implicito per ciascuno di noi è questo: Dio ci richiama attraverso eventi costanti oppure unici nella ns. vita affinché in qualunque situazione ci troviamo corriamo a Lui!  

 

Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero. (Matteo 11:28-30)

 

 

Questo deve essere il risultato del ns. ascolto! Andare a Gesù, morire a noi stessi, abbandonare le ns. ostilità, le nostre battaglie. Rendere rilevante l’amore conosciuto in Gesù nella vita di tutti i giorni, inclusa la chiesa:

 

 

L’amore sia senza ipocrisia. Aborrite il male e attenetevi fermamente al bene. Quanto all’amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all’onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente. Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore; siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, provvedendo alle necessità dei santi, esercitando con premura l’ospitalità. Benedite quelli che vi perseguitano. Benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono. Abbiate tra di voi un medesimo sentimento. Non aspirate alle cose alte, ma lasciatevi attrarre dalle umili. Non vi stimate saggi da voi stessi. Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini. Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo». Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.

(Romani 12:9-21)

 

 

2) Dio agisce sempre in vista di una storia redentiva più ampia. Questa è la seconda lezione che impariamo. Il Signore non è qualcuno che come noi mette delle pezze. Il Salmista dice che:

 

Il SIGNORE rende vano il volere delle nazioni, egli annulla i disegni dei popoli.  La volontà del SIGNORE sussiste per sempre, i disegni del suo cuore durano d’età in età.

(Salmo 33:10-11)

 

 

O SIGNORE, Dio mio, hai moltiplicato i tuoi prodigi e i tuoi disegni in nostro favore; nessuno è simile a te. Vorrei raccontarli e proclamarli, ma sono troppi per essere contati.

(Salmi 40:5)

 

 

Non c’è nessuno in questo universo più qualificato, più preparato, più potente, più saggio, più sovrano, più amorevole, più grande, più eterno, del Signore! Quindi la chiamata per ciascuno di noi è di continuare a lottare per credere e affidare a Lui le nostre speranze (anche quando non riusciamo a comprendere la sua volontà per la nostra vita).

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