La premessa
Nonostante abitiamo in un mondo tecnologicamente avanzato, continuiamo ad essere circondati da “santi”. Ogni quartiere della nostra città ha la propria chiesa dedicata a un santo. Il nostro quartiere, Madonnina, è ovviamente dedicato alla Madonna. La nostra città, così come tutte le città Italiane, ha il proprio santo a cui dedica una festa all’anno. Ogni anno tantissimi defunti vengono nominati santi dalla chiesa cattolica romana. Spesso ci sono processioni lungo le strade di molte città in cui le statue dei santi vengono portate in spalla dai fedeli. C’è un’idea molto ampia, fluida e imprecisa riguardo alla santità. Tutto questo provoca una percezione distorta che deve essere chiarita.
Il Salmo 99 ci aiuterà nella comprensione e spero potrà chiarire cosa significa veramente il fatto che il Signore è santo:
Salmo 99: 1 Il SIGNORE regna: tremino i popoli. Egli siede sui cherubini: la terra è scossa. 2 Il SIGNORE è grande in Sion, eccelso sopra tutti i popoli. 3 Lodino essi il tuo nome grande e tremendo. Egli è santo.
4 Lodino la forza del Re che ama la giustizia; sei tu che hai stabilito il diritto, che hai esercitato in Giacobbe il giudizio e la giustizia. 5 Esaltate il SIGNORE, il nostro Dio, e prostratevi davanti allo sgabello dei suoi piedi. Egli è santo.
6 Mosè e Aaronne tra i suoi sacerdoti, e Samuele fra quanti invocavano il suo nome, invocarono il SIGNORE, ed egli rispose loro. 7 Parlò loro dalla colonna della nuvola; essi osservarono le sue testimonianze e gli statuti che diede loro. 8 Tu li esaudisti, o SIGNORE, Dio nostro! Fosti per loro un Dio clemente, pur castigandoli per le loro cattive azioni. 9 Esaltate il SIGNORE, il nostro Dio, e adorate sul suo monte santo, perché il SIGNORE, il nostro Dio, è santo.
La sua definizione
Quando la Bibbia parla di Santità non si riferisce a qualcosa o qualcuno che attraverso i suoi sforzi raggiunge un grado moralmente e spiritualmente alto. Questo Salmo lo dice chiaramente ai v. 3,5,9: non sono Mosè, Aaronne i sacerdoti o Samuele ad essere santi ma lo è in maniera esclusiva il Signore. Solo il Signore è santo. Lo ripete per ben tre volte. Benché questi uomini descritti vissero una vita spiritualmente incredibile, tuttavia il v.8 dice che fallirono. Solo il Signore è l’unico ad esserlo! Capiamo quindi che non è una parola che rimanda a un valore etico, ma è uno status riferito a Lui soltanto. E’ una condizione di esistenza che vive a livelli di purezza così alti, che nulla di contaminato può essere tollerato alla sua presenza. Ecco perché santità significa che è altro da noi. C’è questo concetto di distanza perché la sua natura è altra dalla nostra. L’arca non poteva essere toccata. Il monte Sinai, da dove Dio parlò, non poteva essere avvicinato né toccato. Il luogo santissimo era un luogo così particolare del tabernacolo che solo una persona particolare del popolo poteva entrarci, in un momento particolare dell’anno e solamente dopo aver fatto una profonda purificazione di sé stesso.
Dio è santo. Ed è in forza a questo suo attributo che tutti gli altri attributi acquisiscono un valore meraviglioso. Pensiamo ad esempio in relazione alla sua aseità, alla sua sovranità, alla sua giustizia e alla sua grazia:
– Santità e aseità: I v.3,5,9 lo sottolineano chiaramente. Non è un Dio eterno ma compromesso moralmente e spiritualmente. Non è un Dio eterno ma bisognoso di purificazione come lo siamo noi. No Lui regna (v.1), esiste e agisce in maniera perfetta e pura senza aver bisogno di correttivi! C’è quindi un senso di appagamento, di pace, di ristoro nel considerare la sua persona in questa veste. L’esistenza che ci attende con questo Dio non avrà nulla a che fare con la vita che stiamo vivendo ora. Sarà una vita meravigliosa, bella, salutare e priva di ogni male. Giovanni, nel descrivere quei giorni dice:
Non ci sarà più nulla di maledetto. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello; i suoi servi lo serviranno, vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte. Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà.
(Apocalisse 22:3-5)
Ogni lacrima di sofferenza sarà asciugata. La morte, il cordoglio, le grida, il dolore saranno solo un lontano ricordo. Nulla di impuro, nessuna falsità entrerà nella città che il Signore ha preparato per noi. Non ci sarà nulla di maledetto o di oscuro. Dio illuminerà l’esistenza con la sua santa e rassicurante persona!
– Santità e sovranità: L’esercizio del suo potere è circondato da santità. Il SIGNORE regna (v.1), è grande in Sion (v.2a) ed eccelso sopra tutti i popoli (v.2b). Lui è il Re (v.4). Se la sua sovranità non fosse santa allora non sarebbe tanto diversa dalle storie di fallimenti che vediamo ogni giorno. Le persone che hanno governato il nostro paese negli ultimi anni hanno amministrato male l’Italia e scendendo a compromessi con questioni profondamente sbagliate. Invece il governo del Signore procede su sentieri di purezza. La sua sovranità non è caratterizzata da storture o incapacità. Ma è gestita secondo criteri di perfezione assoluti.
L’autore di Ebrei esalta questo aspetto dicendo che, in virtù della SUA volontà, noi siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre (Ebrei 10:10). Vedete cosa dice? C’è una volontà sovrana talmente grande, che ha voluto che il corpo di Cristo fosse offerto una volta per sempre per santificare i peccatori. Quanto è magnifica la sua santità quando la si considera in questa ottica! Nulla di incompiuto o di imperfetto viene dalla sua mano. E così anche il sacrificio del Figlio per noi è stato UNO per SEMPRE e può rendere santi dei peccatori ignobili come noi.
– Santità e giustizia: Anche la sua giustizia è santa! Questo Salmo lo dice chiaramente: il Signore è il Re santo che ama la giustizia (v.4) e che che ha stabilito il diritto, il giudizio e la giustizia. Consideriamo per un attimo queste parole e chiediamoci in che modo si rende evidente questo amore per la giustizia. Il simbolo per eccellenza è la croce di Cristo. Lì vediamo chiaramente il suo amore per il diritto, il giudizio e la giustizia. Su quel legno Cristo ha soddisfatto il diritto di Dio di vedere la santità trionfare sopra il male. Ha soddisfatto il giudizio perché ha preso su di sé tutto il peso dell’ira di Dio. E infine ha soddisfatto la giustizia perché in Lui, ogni peccatore ha trovato la speranza di vedere i propri peccati crocifissi! Cristo non è stato uno qualunque, dice Ebrei 7:26-28, ma l’unico sacerdote in grado di aiutarci e che, grazie al suo sacrificio perfetto, ha adempiuto tutti i requisiti della giustizia di Dio che noi, con le nostre risorse personali, non potevamo procurarci.
– Santità e grazia: Quello che colpisce della santità è come, nonostante sia un attributo che rimandi all’idea di distanza, tuttavia è qualcosa su cui tutti possono farne esperienza! Guardiamo di nuovo i v.6-8: Mosè e Aaronne tra i suoi sacerdoti, e Samuele fra quanti invocavano il suo nome, invocarono il SIGNORE, ed egli rispose loro. E poi prosegue dicendo che fu clemente malgrado le loro azioni malvagie. Questo Signore così perfetto, puro e santo (quindi apparentemente lontano) fu clemente! Rispose loro. Il Salmista non dice che si allontanò da loro in preda alla rabbia. Ma che li trattò con bontà, e non li lasciò orfani della Sua Parola.
Questo è il Dio meraviglioso che dobbiamo conoscere! La sua santità permea tutti i suoi attributi. La sua grazia è così bella perché è santa! La sua giustizia è così consolante perché santa! La sua sovranità è così forte perché è santa! La sua esistenza è così piena perché è santa!
Le sue conseguenze sul piano universale
Dal punto di vista universale tutto questo ha delle conseguenze importanti. Ne segnalo tre.
– Santità di Dio e la prospettiva di un futuro migliore: C’è una grandissima gioia nel sapere che il mondo orribile in cui viviamo alla fine verrà conquistato dalla luce santa di Dio. Guardiamoci intorno. Guardiamo la qualità della nostra vita. O la qualità delle relazioni con le persone con cui viviamo. Quante volte abbiamo implorato che tutto il male a cui assistiamo direttamente o indirettamente possa cessare al più presto? Tutto è segnato da precarietà e limitatezza. E’ un’esistenza pessima! Soffriamo e facciamo soffrire. Facciamo subire agli altri le conseguenze delle nostre cadute e al tempo steso subiamo noi gli sbagli degli altri. Il mondo è un posto orribile. Ma c’è una speranza. Il Signore ha un piano meraviglioso in mente, ma soprattutto santo!
La santità di Dio caratterizzerà l’esistenza eterna del mondo redento: v.9, il SIGNORE, il nostro Dio, è santo. Agisce secondo vie di santità e perfezione. I suoi progetti prevedono un futuro in cui Lui abiterà in mezzo al suo popolo redento in un mondo restaurato e liberato dal male. Paolo stesso ne da testimonianza quando, davanti al Re Agrippa, si difese spiegando la sua chiamata:
Tutti noi cademmo a terra, e io udii una voce che mi disse in lingua ebraica: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Ti è duro ricalcitrare contro il pungolo”. 15 Io dissi: “Chi sei, Signore?” E il Signore rispose: “Io sono Gesù, che tu perseguiti. 16 Ma àlzati e sta’ in piedi perché per questo ti sono apparso: per farti ministro e testimone delle cose che hai viste, e di quelle per le quali ti apparirò ancora, 17 liberandoti da questo popolo e dalle nazioni, alle quali io ti mando 18 per aprire loro gli occhi, affinché si convertano dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio, e ricevano, per la fede in me, il perdono dei peccati e la loro parte di eredità tra i santificati”. (Atti 26:14-18)
Vedete cosa dice? Gesù gli disse: “Paolo io ti faccio ministro e testimone e ti manderò verso le nazioni per aprire loro gli occhi, per essere uno strumento di conversione dalle tenebre alla luce, per portare il perdono attraverso la fede in me, e donare la loro parte di eredità tra i santificati”. Quando Gesù incarica Paolo, gli sta dicendo anche il suo proposito per il futuro: Che tutte le persone, sia Giudei che pagani, ricevano la salvezza e la loro parte di eredità tra coloro che sono stati santificati. Questa è l’esistenza eterna (l’eredità) verso cui siamo diretti!
Anche Giovanni lo conferma alla fine della Scrittura dicendo che non ci sarà più nulla di maledetto perché nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello (Apocalisse 22:3-4).
– La santità di Dio caratterizzerà l’esistenza futura. infatti i suoi servi lo serviranno e staranno con Lui in un rapporto diverso da quello che conosciamo oggi. Saranno alla sua presenza e potranno guardare il suo volto senza essere distrutti dalla sua santità. La Sua santità così deliziosa e meravigliosa caratterizzerà tutta la vita eterna dei suoi!
– La santità di Dio manifesta la sua bellezza. Il Salmo 99 è il salmo della santità. Ma è anche un salmo di vera adorazione! Il Signore è descritto in una maniera dolcissima. E questo serviva tanto per Israele quanto per tutto il mondo a vedere nella sua santità un motivo di vera delizia! Quanto è bello questo Dio così tremendamente santo e al tempo stesso così vicino! Quanto è bello questo Dio (descritto in modi così inflessibili da apparire cupo e tenebroso), che tuttavia è agisce con clemenza?! La sua santità ci spinge a restare meravigliati e ad adorare la sua bellezza!
Le sue conseguenze sul piano personale
Queste sono solo alcune delle conseguenze generali che emergono dal Salmo. Ne abbiamo viste solo 3. Ma ce ne sarebbero tante altre. Però già con queste, vediamo quanto la santità di Dio sia un attributo tutt’altro che scontato.
Ora vorrei concentrare gli ultimi minuti riflettendo assieme a voi le conseguenze sul piano personale. Alcune cose le abbiamo già considerate prima. Ma vale la pena riprenderle soffermandoci a valutarle per ciò che riguarda noi come singoli.
– Santità di Dio e speranza: Il Salmista tiene a farci vedere la natura santa e unica di Dio in questo modo, credo per portarci a edificare la nostra fede e gioia sulla sua bellezza. Dio è santo, altro rispetto a noi, distante per natura e per carattere. Noi siamo tutto ciò che Lui non è, cioè totalmente e irrimediabilmente corrotti! Ma nonostante questo si è messo al nostro fianco con una grazia senza precedenti. Al v.8 dice appunto: Tu Fosti per loro. E’ descritta un’unione. Tu fosti (passato del verbo essere), per loro cioè a favore loro. Tu, la tua esistenza, il tuo carattere e la tua natura così infinitamente santi e perfetti erano a disposizione di coloro che invocarono il tuo nome. La sua santità non è un pretesto di lontananza! Quanto è importante questo! Perché se nemmeno noi, con tutto il nostro carico di peccato, siamo riusciti a impedire che il suo amore venisse verso di noi, come potrebbero impedirlo lo sconforto, l’instabilità della vita, le delusioni le paure o le minacce? Nulla potrà impedirgli di farti sentire la sua presenza rassicurante e la certezza del suo amore perfetto.
Abbiamo bisogno di altro per risollevarci dal nostro pantano chiamato “vita”. E questo altro è Lui!
– Santità di Dio e impegno verso noi stessi: Il v.8 dice che il Signore è santo e il suo castigo verrà messo in azione per le cattive azioni dei suoi figli. C’è qui un invito a camminare lungo le vie di santità nella nostra vita. Il fatto che il Salmo si apre dicendo che Il SIGNORE regna perciò i popoli devono tremare, ci spinge a riflettere su come stiamo conducendo la nostra vita. Valutare se il nostro cammino rispecchia i suoi ideali di santità.
Non è qualcosa che appartiene solo al Signore. Ma è qualcosa che deve contraddistinguere anche la nostra esperienza come risposta alla Sua grazia: “Signore tu hai agito con bontà verso di me. Nonostante fossi lurido e compromesso a causa dei miei peccati, tu mi sei venuto appresso e non hai avuto ribrezzo delle mie brutture! Perciò io, camminerò seguendo le tue vie. Onorando il tuo amore. Facendo del mio meglio a non disprezzare il tuo carattere. Farò si che la mia coscienza non venga repressa”!
Questa è la vita cristiana a cui siamo chiamati. Il Dio che è santo, può a sua volta fare santi i suoi. E noi, che siamo stati santificati nel suo amore, siamo chiamati a non rendere vana la sua opera in noi! Questa fu anche la preghiera di Gesù nel getsemani prima di morire:
Per loro io santifico me stesso, affinché anch’essi siano santificati nella verità. (Giovanni 17:19)
Poche ore prima di morire Gesù rivolgeva questa preghiera al Padre. Per loro, cioè per i discepoli e per tutti coloro che sarebbero stati generati dalla loro testimonianza. Per loro io santifico me stesso, cioè mi dedico in maniera esclusiva, con lo scopo che essi siano messi da parte o consacrati nella verità. Gesù ha dato sé stesso affinché questa opera di santificazione potesse fiorire nella nostra vita. Certamente raggiungerà il suo scopo. A noi, però, il compito di vivere nella gratitudine e nella riconoscenza di quanto è costato tutto questo!
– Santità di Dio e impegno verso il prossimo: La santità di Dio, come abbiamo visto, si rende evidente anche nel venire appresso ai suoi. Allo stesso modo, noi che siamo stati resi partecipi della sua compassione non possiamo lasciare cadere nel vuoto questa esperienza. C’è una chiamata implicita nel replicarla verso chi ci è stato messo vicino. Come si sta manifestando la nostra consacrazione? Nel tenerci alla larga dal mondo, o nell’andare appresso ai reietti? Nel prendere le distanze dalle persone problematiche o nell’andare loro incontro? Santità significa distanza ma anche amore e compassione!
– Santità di Dio e impegno verso Dio: concludo con le ultime parole di questo Salmo. v.9 esaltate il SIGNORE, il nostro Dio, e adorate sul suo monte santo, perché il SIGNORE, il nostro Dio, è santo. La sua santità è una appello per noi ad esaltarlo. Non ad allontanarlo da noi. Ma a prendere parte alla sua vita e al suo carattere. Ad inebriarci di ciò che è. A far si che il nostro cuore trabocchi di delizia per Lui. Non per un’ora, un giorno, ma per sempre. Perché la sua santità non è lì per finire nel dimenticatoio, ma perché diventi il fondamento su cui basare la nostra esperienza! Che il Signore ci aiuti ad avere sante ambizioni per lui