Molti vedono la preghiera come una ricerca egocentrica in vista di un soddisfacimento dei propri desideri. Il “vangelo della prosperità” ha denigrato la preghiera rendendola paragonabile a un giro di shopping del tipo “dillo e pretendilo”. E in questo abuso la gloria di Dio finisce per essere dimenticata.
La Parola ci insegna che tutto è per la gloria di Dio! Questa passione trainante era il vero battito del cuore del Signore Gesù Cristo, l’obiettivo più alto che cercava, la meta più alta che perseguiva. Tutte le cose che Egli insegnò riguardo la vita e il ministero dovevano servire per aumentare sempre di più la gloria di Dio. Da nessuna parte nella Scrittura questo obiettivo incentrato su Dio è evidenziato più chiaramente che nel suo insegnamento della preghiera. Tutta l’invocazione davanti al trono di Dio deve iniziare e finire con una lode risonante a Lui. L’alfa e l’omega della preghiera devono essere per la gloria di Dio.
Egli insegnò che l’obiettivo primario della preghiera è quello di essere concentrati sulla gloria suprema di Dio. Mentre dava istruzioni su come pregare, era inequivocabile nell’insegnarci ad attribuire tutta la gloria a Dio. Tutto deve cedere alla gloria di Dio! In Matteo 6:13, Gesù affermò che le nostre preghiere dovrebbero concludersi: “Perché tuo è il regno e la potenza e la gloria per sempre. Amen“. (In questo passaggio, incontriamo un problema testuale, che è stato discusso nel corso dei secoli. Come tale, molte traduzioni trattano questa parte della Scrittura in modi diversi. Per esempio, la Nuova riveduta la omette, mentre la Diodati la include come parte integrante del testo. Per i nostri scopi, tuttavia, considereremo queste parole conclusive del Padre Nostro come parte del testo biblico).
Questa dossologia culminante inizia con una dichiarazione appassionata della sovranità di Dio. Quando un credente prega, disse Gesù, dovrebbe concludere affermando: “Perché tuo è il regno”. Questo robusto pronunciamento afferma che Dio possiede e presiede il suo vasto regno. Egli è il re sovrano, che esercita un’autorità suprema e un dominio illimitato su un immenso impero. Certamente, questo regno include sia il regno della provvidenza che la sfera della salvezza. Egli comanda tutti gli affari dell’umanità, persino l’intricato funzionamento interno dell’intero universo. Dal Suo trono in alto, Dio “opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà” (Efesini 1:11).
Inoltre, Gesù insegnò ai Suoi discepoli che quando pregano, dovrebbero dichiarare che “il potere” appartiene a Dio. L’articolo definito definisce la portata infinita della Sua sovranità. Egli possiede non una semplice porzione di qualche potere, ma IL potere. Cioè, Egli ha tutto il potere in cielo e in terra. Tutto ciò che la volontà suprema di Dio sceglie di fare, Egli ha l’onnipotenza di eseguirlo pienamente. Nulla può ostacolare il libero esercizio del Suo piacere sovrano.
Inoltre, ogni preghiera dovrebbe culminare con una vibrante dichiarazione della gloria di Dio. Gesù disse che le nostre preghiere dovrebbero crescere con questo annuncio che tutta la gloria appartiene a Dio. Poiché il regno e la potenza appartengono a Dio, tutta la gloria gli appartiene di diritto.
La Bibbia parla della gloria di Dio in due modi. La sua gloria intrinseca è la rivelazione di tutto ciò che Dio è. È la somma di tutte le sue perfezioni divine e dei suoi santi attributi. Non c’è nulla che l’uomo possa fare per aggiungere alla gloria intrinseca di Dio. Egli è quello che è. Inoltre, c’è la gloria attribuita di Dio, che è la gloria che gli viene data. Questa è la lode e l’onore dovuti al Suo nome. Tale gloria deve essere attribuita solo a Lui.
Qui, alla fine del Padre Nostro, troviamo Cristo che si riferisce alla gloria attribuita. In risposta diretta alla sua vasta sovranità e al suo potere illimitato, tutta la gloria deve essere resa a Lui. In sostanza, una teologia così elevata produce un’alta dossologia. È giusto che questo Dio, che è così grandioso, sia adornato nella preghiera.
Una lode fervente, disse Gesù, dovrebbe venire a Dio “per sempre“. Poiché il suo regno e la sua potenza sono senza fine, così la nostra lode deve essere senza fine. Ogni momento della vita deve essere riempito di lode, sia ora che per tutta l’eternità.
Infine, Gesù insegnò ai Suoi discepoli a concludere le loro preghiere con la sicura attestazione: “Amen“. Questa parola familiare deriva da una radice ebraica che significa essere saldi e sicuri. “Amen” alla fine venne a significare: “È irremovibilmente vero“. Allo stesso modo, questa dovrebbe essere la nostra risposta conclusiva a Dio nella preghiera. Amen a tutto ciò che sappiamo essere vero su Dio. Amen al Suo regno eterno. Amen alla Sua volontà sovrana. Amen al Suo pane quotidiano. Amen alla Sua grazia che perdona. Amen alla Sua potenza liberatrice.
Tutta la preghiera dovrebbe costruire ed elevarsi a questo alto vertice. Dovremmo concludere affermando con fervore che il regno, la potenza e la gloria appartengono esclusivamente a Lui per sempre. La nostra unica risposta deve essere clamorosamente – amen!