La premessa
Qual è l’idea che sta alla base della creazione dell’uomo? Qual è lo scopo per cui è stato creato e la direzione che ognuno di noi è chiamato ad assumersi in quanto creatura? Il Salmo 8 è un traccia preziosa per inquadrare tutto ciò:
Salmi 8:1 Al direttore del coro. Sulla ghittea. Salmo di Davide. O SIGNORE, Signore nostro, quant’è magnifico il tuo nome in tutta la terra! Tu hai posto la tua maestà nei cieli. 2 Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai tratto una forza, a causa dei tuoi nemici, per ridurre al silenzio l’avversario e il vendicatore. 3 Quand’io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, 4 che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura? 5 Eppure tu l’hai fatto solo di poco inferiore a Dio, e l’hai coronato di gloria e d’onore. 6 Tu lo hai fatto dominare sulle opere delle tue mani, hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi: 7 pecore e buoi tutti quanti e anche le bestie selvatiche della campagna; 8 gli uccelli del cielo e i pesci del mare, tutto quel che percorre i sentieri dei mari. 9 O SIGNORE, Signore nostro, quant’è magnifico il tuo nome in tutta la terra!
Il Salmo che abbiamo appena letto, riporta una domanda lapidaria: che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi? Davide si chiede quale posto occupa l’uomo nei tuoi pensieri Signore? Che cosa ti aspetti da lui? Quali progetti hai in serbo per le persone come me, Signore? Che forma hanno i tuoi pensieri riguardo agli uomini e alle donne? Qualcuno potrebbe chiedersi: che senso ha sprecare tempo a “filosofeggiare”? Risposta: interrogarsi sull’uomo è di vitale importanza. Ha senso perché, dopo due guerre mondiali, disastri atomici e ambientali a non finire, l’uomo non ha ancora capito come riemergere dal proprio pantano. Dobbiamo parlarne perché i nuovi sviluppi tecnologici hanno cambiato radicalmente il modo la cultura e il modo di pensare finendo purtroppo per illudere profondamente le persone. Ha senso parlarne perché nel 2021 ci ritroviamo ancora a discutere su uteri presi/dati in affitto, aborti, pedofilia e schiavitù. Ha senso parlarne perché viviamo in un mondo razzista e in perenne contrapposizione con sé stesso (vecchi contro giovani, conservatori contro progressisti, uomini contro donne). Ha senso perché questo Salmo dice che siamo oggetto dei ricordi del Signore e questa è un’affermazione di grandissimo peso! Ha senso perché l’Eterno Figlio di Dio 2000 anni fa si è incarnato proprio in un uomo. E’ venuto in questo mondo in un corpo umano fatto di carne e ossa come noi. Che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi merita una spiegazione. Chiederci quindi chi siamo è una domanda molto più profonda di una semplice richiesta di chiarimento. E’ di vitale importanza, sopratutto quando si considera la complessità del mondo in cui viviamo. E ciò che diremo, servirà a tenere la barra dritta della nostra vita e del nostro cammino su questa terra. Infatti, rifletterci sopra, ci aiuterà a riconoscere nel modo di pensare e vivere delle persone intorno a noi, quei valori che sono ancora condizionati da una visione non cristiana. O per dirla in altri termini, considerare l’uomo, secondo la prospettiva di Dio, ci aiuterà a relazionarci con il mondo e i suoi innumerevoli problemi in maniera utile. Rispondere alla domanda su chi siamo, ci aiuterà a vedere la ragione e lo scopo per cui siamo qui ora. Il fatto che siamo stati coronati di gloria e onore (come dice al v.5) significa pensare alla nostra esistenza in termini molto più ampi e profondi!
La definizione
Perciò cos’è l’uomo? Al v.5 e 1 Davide dà questa definizione. Dice che l’uomo (un altro modo per dire l’umanità) è una creatura meravigliosa fatta (v.5) per appartenergli (v.1):
5 Eppure tu l’hai fatto solo di poco inferiore a Dio, e coronato di gloria e d’onore
C’è stato un periodo nella storia in cui l’uomo non esisteva. Eppure il Signore, l’ha fatto esistere. L’ha creato con le sue mani. La sua materia, complessità, bellezza, gloria e onore sono ciò che ci caratterizza in senso unico e particolare rispetto a tutti gli atri esseri viventi. E al v.1 dice:
O SIGNORE, Signore nostro.
Tu sei proprio Colui a cui tutti noi apparteniamo! Non nel senso che Lui appartiene a noi, ma il contrario, che tutto di noi appartiene a Lui! Questo è l’uomo secondo Davide, un essere creato e arricchito di ogni sorta di onore creato per vivere in stretta appartenenza a Dio. La sua origine, il suo essere e la sua direzione sono in stretta relazione con il suo creatore! Davide rimane meravigliato di come l’uomo sia capace di osservare, capire e interrogarsi su ciò che lo circonda: v.1b, Tu hai posto la tua maestà nei cieli.. Davide vede i cieli e capisce che là è custodita la maestà di Dio. v.2 Dalla bocca dei bambini e dei lattanti, cioè attraverso coloro che sono ritenuti gli ultimi degli ultimi, hai tratto una forza. Questo è un paradosso. Davide lo vede, lo capisce e glorifica il Signore per la sua onnipotenza che si serve dei deboli per ridurre al silenzio l’avversario e il vendicatore. v.3 Quand’io considero i tuoi cieli, [che sono] opera delle tue dita, [quando rifletto su come hai disposto] la luna e le stelle, 4 [mi chiedo] che cos’è l’uomo perché tu [abbia addirittura un ricordo di lui]? Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura? 5 Eppure [potrà sembrare strano davanti alla gloria del cosmo e dei pianeti] tu lo hai fatto solo di poco inferiore a Dio, e lo hai coronato di gloria e d’onore. 6 Tu lo hai fatto dominare sulle opere delle tue mani, hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi.
L’uomo è quindi una creatura magnifica (che appartiene in senso particolare a Dio) capace di osservare, capire, interrogarsi e orientarsi rispetto alla realtà, in un modo unico rispetto agli altri esseri viventi con lo scopo di gioire e vivere in Lui. Il brano di Genesi 1:26-27 è molto più sintetico, ma conferma quanto appena detto:
26 Poi Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 27 Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.
Vedete? L’uomo non è il prodotto di sé stesso ma è il frutto dell’amore di Dio. YHWH io dipendo da te! Tu sei il mio Signore e sono stato formato dalle tue mani amorevoli! Io non solo DIPENDO in tutto e per tutto da te, ma posso anche SENTIRE fiorire delle emozioni uniche nel sentirmi parte della tua mente e del tuo cuore! Io VIVO perché tu sei! Io vivo perché tu hai dato vita! Io SONO ciò che sono perché tu sei ciò che sei! Io AMO perché tu mi hai amato per primo. Nessun essere vivente ha queste capacità percettive! L’uomo è un essere unico, dice l’autore di Genesi, e straordinariamente potente, infatti è stato fatto a immagine di Dio e conforme alla sua somiglianza) e preminente rispetto a tutte le creature della terra. Tutto converge verso di lui e tutto è stato ordinato per il suo bene. Questo è ciò che dice anche il Salmo 8 al v.6:
Tu lo hai fatto dominare sulle opere delle tue mani, hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi
Questo è l’uomo secondo la Bibbia. Certamente si potrebbe dire molto di più. Ma questi dati sono sufficienti per comprendere che non siamo solo un ammasso di materia chimica scekerati insieme. Non siamo il risultato di un esperimento in stile Frankenstein. Siamo il risultato dell’amore di Dio. Lui ci ha formati, ma prima ancora ci ha amati, ci ha pensati, ci ha desiderati. E nel farlo ci ha dato la grazia di appartenergli in senso particolare! Abbiamo quindi un’origine, abbiamo una ragion d’essere (anche se molto spesso non ce ne rendiamo molto conto), abbiamo una meta che ci attende. Tutto questo proviene dal suo amore. Noi non siamo il prodotto di noi stessi, tutto parte da Lui.
Le conseguenze sul piano universale
La prima conseguenza che tutto questa genera è di imparare a vedere la bellezza di dipendere da Dio. Volente o nolente, tutti gli uomini e tutte le donne dipendono da Lui. Parlare di autonomia, rivendicare indipendenza, non ha senso. C’è invece un Dio sovrano e creatore, lassù nei cieli e quaggiù in terra, da cui ogni cosa (pure la più banale) trae vita. Pensiamo al respiro: cosa c’è di più naturale che respirare? Oppure pensiamo al battito cardiaco: cosa c’è di più vivo di questo muscolo che batte e governa il flusso del nostro sangue? Eppure sono azioni che non dipendono da noi. Non dipendono dalla tua volontà di vivere. Se qualcuno decide di staccare la spina, tu muori.
Qualche tempo fa leggevo l’intervista a Tony King (un trapper del Rione sanità di Napoli iscritto all’anagrafe con il nome di Noemi). Parlando della sua vita manifestava il disagio di ritrovarsi in un corpo che non sentiva suo. Ma quanta gioia che provava nel sapere che il chirurgo l’avrebbe “liberata”! Cioè un uomo sottoposto a tutti i limiti umani e morali al pari di tutti gli uomini di questo mondo l’avrebbe liberata! Questo è il mondo in cui viviamo. Un mondo che piano piano sta dimenticando la propria identità e la propria direzione. Un mondo che crede di poter essere quello che si vuole, come si vuole e quando si vuole indipendentemente dalla biologia.
Credere all’evoluzione, ci pone alla stregua degli animali: loro possono nascere, vivere e morire senza alcuna necessità di rapportarsi a Dio. Ma questo Salmo ci dice no! La nostra esistenza trova la sua piena affermazione unicamente in questo Dio. La vita è veramente vita e la gioia e veramente gioia solamente se è agganciata a chi la vita e la gioia lo è in sé stesso!
Viviamo in un mondo impietoso e difficile. L’angoscia è diffusa ovunque e presto o tardi accompagnerà la nostra vita (se non lo ha già fatto). Il nostro vivere è un vivere nel disagio. Facciamo fatica a comprendere certe cose. Spesso ci sentiamo smarriti e impotenti davanti alla violenza di certi eventi. Ma se apparteniamo a Lui (come dice al v.1), allora è possibile vedere la nostra esistenza in una prospettiva veramente piena! Dipendere da Lui significa tutto! Ma come è possibile vivere questa dipendenza? Come è possibile vivere le parole di Davide “Signore NOSTRO”? E’ possibile solamente per la fede in Colui che vive perfettamente in sé stesso la relazione speciale con il Padre. Il mio cibo è di far la volontà di Colui che mi ha mandato e di compiere l’opera sua (Giovanni 4:34), diceva Gesù. E prima delle ore angoscianti della croce, lo troviamo ancora ansioso di fare la volontà del Padre suo: Padre mio, se possibile, passi oltre da me questo calice, ma pure non come voglio io, ma come vuoi tu (Matteo 26:39). La relazione con il Padre ha marcato la sua vita in questo mondo. Ciò che ha detto e fatto è stato impresso nell’amore e nel desiderio di dar gloria al Padre! E pure nel Getsemani lo vediamo pregare e assumere su di sé una volontà veramente difficile da compiere. Lui non fece nulla che non fosse in linea con ciò che voleva il Padre Suo. Perciò è a Gesù a cui dobbiamo correre. E a Lui che dobbiamo andare se vogliamo vivere veramente un’autentica dipendenza!
Le conseguenze sul piano personale
La seconda conseguenza è di non trascurare l’attenzione che Dio ci ha rivolti in Cristo. C’è un mondo che soffre, incagliato nei problemi che si è creato. Davide, al v.3, considera i cieli, la luna e le stelle e da lì riflette su cos’è l’uomo. Come mai, Signore, mi custodisci nella tua mente? Perché ti ricordi dell’uomo, si chiede? Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura? Sono domande importanti anche per noi. Il Signore ci ha coinvolti in attenzioni e cure veramente grandi. Cristo ci ricorda che Dio si è ricordato di te nonostante a tua condizione di peccato. Spesso la Bibbia parla della miseria dell’uomo descrivendone la sua solitudine. Quanto si è miseri lontano dal Lui! Ma Cristo è Colui mandato dal Padre per riscattarci e adottarci.
Forse ti starai chiedendo dov’è il Signore nella tua vita? Dov’è nelle circostanze difficili? Forse ti starai chiedendo se ha davvero tempo per te o se ha veramente una mente rivolta per il tuo bene. Ma guarda queste parole! Guarda come Lui si ricorda di ciascuno dei suoi. E il suo ricordo non è tanto un pensiero fugace, estemporaneo: è reale e concreto! E’ un pensiero che ha trovato un’applicazione pratica nella realtà. La croce di Cristo è lì per ricordarti che Dio non si è dimenticato di strapparti via dalla tua insignificanza! Non si è dimenticato di prendersi cura di te in maniera infinitamente migliore di qualsiasi altra creatura! Fai tue queste parole. Serbale nel tuo cuore! Ci saranno giorni in cui le circostanze della vita ti faranno crollare! Ma abbi fede. Predica a te stesso o a te stessa la grandezza della croce di Cristo quale segno del ricordo di Dio e della sua cura per te!
La terza e ultima conseguenza riguarda il farsi carico di questo amore. Significa proclamarlo ed evidente nella cura e nell’amore verso il prossimo! Significa vivere le parole dell’apostolo Giovanni che, nella sua prima epistola, dice:
Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto. Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche suo fratello (1Giovanni 4:19-21)
Noi amiamo dell’amore agapao (cioè di quell’amore totalizzante) per la semplice ragione che Egli ci ha amati per primo. Poiché Dio ci ha amato, noi amiamo Dio e, amando Dio, amiamo anche il nostro prossimo. L’amore è la prova che prima siamo stati amati da chi amore lo è prima di tutto in Sè stesso! E l’amore di Dio si è manifestato in questo modo, dice Giovanni qualche versetto prima, che ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo. Non siamo stati noi ad amare Dio per primi, ma Lui. E ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati. L’amore di Dio, rivelato per mezzo del sangue di Cristo, sono la più grande verità e il più grande pensiero d’amore che qualcuno in questo universo abbia mai nutrito per noi. Sono la più grande manifestazione di cura e desiderio di fare il bene! E noi non possiamo stare zitti davanti a tutto questo! Essere creati a sua immagine significa farsi carico di questo amore! Amore, attenzione e cura ti sono stati riservati, dice Davide al v.4-5, da un Signore che puoi fare tuo, che puoi chiamare mio, che puoi vedere e assaporare alla sua sovrana dolcezza! Ciò che sei non è lì perché finisca tutto in niente! Ma perché tu prenda parte al suo amore e viva trasformato dalla sua grazia!
C’è un mondo la fuori che geme ed è in travaglio. C’è un’umanità impazzita e preda delle sue concupiscenze e illusioni. Occorre che recuperiamo una visione dell’uomo diversa e centrata su Dio e sui suoi scopi. Che il Signore ci faccia la grazia di meditare sulla nostra collocazione nel mondo, non tanto per finire a grattarci la pancia e vivere in pantofole o tra due guanciali. Siamo nel mondo, un dominio ci è stato assegnato, una dignità senza pari ci è stata data per grazia, un amore smisurato ci è stato accordato, perciò viviamo per essi! Viviamo perché il nome del Signore sia conosciuto e celebrato! v.9 O SIGNORE, Signore nostro, quant’è magnifico il tuo nome in tutta la terra!